«Piccola ripresa dopo dieci anni ma occorre investire in infrastrutture per lo sviluppo del territorio»
Messina – Costruire insieme opportunità e sviluppo. La Filca Cisl di Messina ha celebrato il suo XI Congresso provinciale confermando Giuseppe Famiano alla guida della Federazione degli Edili messinesi. Alla presenza del segretario della Filca Cisl Nazionale, Claudio Sottile, del segretario generale della Filca Cisl Sicilia, Paolo D’Anca e del segretario generale della Cisl Messina, Antonino Alibrandi, i lavori congressuali si sono svolti nella nuova Casa dell’Edilizia di Messina e hanno affrontato tutti temi caldi di un settore che sembra in ripresa.
«Dopo 10 anni di profonda crisi, che hanno portato alla perdita di 10mila posti di lavoro, oggi ci fanno ben sperare i timidi segnali di ripresa, che incominciano a registrarsi per il nostro comparto. Nel 2020-2021 il numero dei lavoratori dichiarati è passato da 6.804 a 7.646, le imprese attive da 1.628 sono passate a 1.757, la massa salari da 44.140.285 euro è aumentata a 57.830.432 euro, le ore lavorate da 4.141.635 sono passate a 5.376.972».
Anche se il settore edile registra anche nuove criticità, come l’incremento del prezzo delle materie prime e la carenza di manodopera.
«L’incremento del 100% del prezzo dei materiali da costruzione sta creando difficoltà alle imprese che hanno opere già iniziate e questa situazione porterà solo illegalità, col rischio che si abbassino i livelli di sicurezza ed aumenti il lavoro nero. Le imprese hanno difficoltà nel reperire manodopera, molti preferiscono percepire il reddito di cittadinanza, anziché lavorare nei cantieri. E mancano importanti professionalità, come ferraioli e carpentieri, dovuta al ricambio generazionale che non c’è».
Ulteriore spinta è arrivata dai bonus edilizi che si sono rivelati un’importante occasione per il rilancio dell’edilizia privata. «Nel 2021 nella città di Messina sono stati aperti 150 cantieri in condominio per 312 milioni di euro, mentre nella provincia sono stati aperti 40 cantieri per oltre 40 milioni di euro. E nel 2022, a Messina e provincia, sono già previsti circa 400 cantieri per oltre 400 milioni di euro».
A fine ottobre è stato pubblicato dalla Ragioneria Generale dello Stato il “Monitoraggio Politiche di Coesione Programmazione 2014 – 2020” con i dati aggiornati al 30 giugno 2021, dal quale emerge che su 335 milioni di euro di risorse assegnate per le opere rientranti nel Patto per Messina, ne sono state impegnate solo il 22,65% e spese il 6,19%. In provincia di Messina la mancanza di infrastrutture e l’assenza di progettualità frenano lo sviluppo del territorio.
«Manca progettazione, anche di piccole opere. Molti uffici tecnici sono carenti di personale e sprovvisti di figure competenti per la realizzazione di progetti. I tecnici hanno incarichi a scavalco in più Comuni e si occupano solo dell’ordinaria amministrazione, trascurando la progettazione di opere straordinarie che possono essere risorse per il nostro territorio. Solo con progetti validi si possono ottenere finanziamenti e la dimostrazione è l’importante finanziamento di 150 milioni di euro, che Messina ha ottenuto per la riqualificazione delle aree di Bisconte, Fondo Fucile, Rione Taormina, Annunziata, Giostra e Camaro, e per un progetto della Città Metropolitana».
Infrastrutture e viabilità, per la Cisl, sono il nodo dello sviluppo del territorio. «La Sicilia, terra a forte vocazione agricola e turistica, deve valorizzare le zone interne perché sono un’opportunità per lo sviluppo dell’economia locale. Lo sviluppo delle zone interne è collegato alla viabilità. Molte aziende agricole rischiano di rimanere isolate, perché non riescono a trasportare all’esterno i loro prodotti, per cui bisogna potenziare la viabilità, che è essenziale e strategica per le aziende che operano nelle zone interne della Sicilia». Viabilità che comprende anche i disagi vissuti quotidianamente sulle autostrade. «Viaggiare in sicurezza è un’illusione: gallerie poco illuminate, interruzioni e deviazioni, riduzione delle corsie di marcia, doppio senso di marcia, carenza di colonnine SOS, guardrail non sicuri, buche, lunghe ed interminabili code, tempi di percorrenza assurdi e tutto questo grazie al CAS, che negli anni ha dimostrato di essere inadeguato nella gestione e nella manutenzione ordinaria e straordinaria. Ed è vergognoso che il viadotto Ritiro, i cui lavori consegnati ad aprile 2016, continui a creare disagi a causa della mancata ultimazione dei lavori, per non parlare della carreggiata sull’autostrada Messina – Catania, interrotta nel 2015 a causa della frana di Letojanni, i cui lavori, appaltati nel 2019, ancora ad oggi non sono stati completati, e rischiano addirittura un fermo per cause giudiziarie».
La Filca chiede che si cambi passo, a cominciare dall’opera principe. «Siamo stanchi delle continue polemiche “Ponte si – Ponte no”, “Prima le infrastrutture e poi il Ponte”, perché allo stato attuale siamo senza infrastrutture e senza Ponte. La questione del Ponte deve tornare al centro dei dibattiti senza pregiudizi, senza strumentalizzazioni, perché le infrastrutture non sono né di destra né di sinistra, ma sono indispensabili per la collettività e per lo sviluppo del territorio».
Tema attuale è quello dei fondi Pnrr che ha affrontato il segretario nazionale Claudio Sottile. «Sicuramente – ha detto – quelle risorse non saranno sufficienti però riusciremo a fare delle opere che finora non sono state fatte. Non sono tutti nuovi progetti, la maggior parte sono del passato che non si è riusciti a completare ma questa volta dobbiamo riuscirci anche perché è un’occasione irripetibile e quindi dobbiamo approfittarne. È una sfida perché i Fondi Pnrr, se ben gestiti, diventano opportunità per il Paese e per il Sud che appunto ha bisogno di infrastrutture per collegare specialmente la Sicilia al resto d’Italia e dell’Europa. È un’occasione irripetibile».
Fondi del Pnrr che, in Sicilia, saranno fondamentali. «L’edilizia privata sta volando – ha spiegato il segretario generale della Filca Cisl Sicilia, Paolo D’Anca – ha avuto un impatto forte tanto che non riusciamo a coprire con i lavoratori la richiesta dei cantieri che ci sono. Manca manodopera perché il settore è stato fermo tanti anni e anche perché i giovani vanno formati per creare il ricambio generazionale. Il nostro è un settore un po’ anziano e non eravamo pronti a questo tipo impatto. Aspettiamo adesso l’arrivo dei fondi per far ripartire l’edilizia pubblica consapevoli che servirà la progettazione e su questa bisogna anche investire affinchè ci siano tecnici preparati perché questo è un treno che se passa e non ritorna più». D’Anca ha anche sottolineato la necessità di opere pubbliche legate alla mobilità in Sicilia. «In Sicilia siamo rimasti troppo indietro, agli anni 60. Non può esserci solo la tratta ferroviaria Palermo-Messina e Messina-Catania, la Sicilia ha bisogno di linee ferroviarie interne anche perché i 15.000 chilometri di strade secondarie esistenti sono ridotte a trazzere».
Dell’importanza dell’infrastrutturazione sul territorio ha parlato il segretario generale della Cisl Messina, Antonino Alibrandi. «Il rilancio del settore edile è fondamentale per tutto il territorio messinese – ha detto – perché è necessario far ripartire gli investimenti pubblici sulle infrastrutture. Da tanti anni si parla ma sul territorio messinese non si mai avviato un processo vero di infrastrutturazione che guardi ad un sistema di sviluppo futuro. Quindi è fondamentale che, accanto al settore privato trainato dai bonus, riparta anche l’edilizia della Pubblica Amministrazione, dei fondi pubblici. È necessario creare una condizione di sviluppo che porti la Sicilia a diventare un hub strutturale per il commercio europeo. Il Ponte sullo Stretto è, sotto questo aspetto, fondamentale e strategico, non è un’opera di Messina o di Reggio Calabria ma una struttura nazionale, europea, che serve chiudere un corridoio per il commercio delle merci che passano dai nostri mari. Bisogna intercettare quel traffico e attrarlo sul territorio siciliano, creando economia».