Palermo – “Per troppo tempo l’Istituto zooprofilattico sperimentale della Sicilia ha avuto una gestione anomala in spregio alle norme obbligatorie per la governance degli enti pubblici. La commissione regionale Antimafia ha dovuto accendere i riflettori su un sistema opaco che ha permesso ad un commissario straordinario di autoprorogarsi rimanendo sulla stessa poltrona per nove anni, senza peraltro averne i titoli e percependo una indennità da direttore generale nonostante fosse in quiescenza. Ha sorpreso anche la mancata vigilanza da parte dell’assessorato regionale alla Salute e dal ministero dello Salute. Un’altra grave anomalia è rappresentata dalla permanenza in carica del Collegio dei revisori per ben 16 anni. Gli esiti della relazione dell’Antimafia saranno ora oggetto di valutazione della procura della Repubblica e della Corte dei Conti. L’emersione di questi fatti e, al contempo, la palese omessa vigilanza, lasciano fortemente perplessi e impongono una seria valutazione sugli effettivi controlli che la Regione deve esercitare anche su altri enti vigilati. Abbiamo fatto un lavoro approfondito che descrive una gestione illegittima su atti amministrativi e contabile per svariati milioni di euro e sull’utilizzo di fondi europei per l’istituzione di due enti, Remesa e Fondazione per la biodiversità. Su tutti questi fatti, tra l’altro, non è arrivata ancora una risposta del governo regionale alla mia interrogazione presentata ad agosto del 2024”. Lo afferma Roberta Schillaci, segretaria della commissione regionale Antimafia e vice capogruppo del Movimento Cinquestelle all’Assemblea regionale siciliana.