Catania – Una graditissima visita accolta dagli applausi, dagli abbracci e dagli attestati di stima degli studenti, dei suoi ex professori e della sua dirigente Brigida Morsellino. Il ritorno di Fofana Amara al Duca degli Abruzzi di Catania diventa un amarcord di bellissimi ricordi passati sui banchi di scuola e, contemporaneamente, testimonianza di vita di quello che allora era “solo” un quindicenne che dalla Guinea, attraverso mille peripezie, arrivò fino a Catania.
“Accogliamo con grande gioia uno dei nostri ragazzi a cui siamo stati sempre legati – afferma la dirigente del “Duca degli Abruzzi di Catania”, Direttore dell’I.T.S. Academy di Catania, Cavaliere della Repubblica, presidente della Rete Resil (Rete Nazionale delle Scuole di Logistica) e presidente “The International Propeller Clubs – Ports of Catania & Southeastern Sicily” Brigida Morsellino– questa scuola è sempre stata un po’ casa sua. Il Politecnico del Mare gli ha dato gli strumenti necessari per costruire la sua vita futura dopo le tante peripezie vissute e dopo aver attraversato quel mare che gli ha tolto tanto ma, allo stesso tempo, gli ha dato molto. Noi ci siamo sempre stati nei momenti in cui lui aveva bisogno di essere sostenuto e lo abbiamo fatto con passione, affetto e consapevolezza – prosegue Morsellino – per noi lui rappresenta un esempio di volontà, di passione e di voglia di riscatto e questo ci ha colpito nel profondo”.
Davanti a tanti studenti Fofana Amara ha raccontato la sua vita cominciata in Giunea e che lo ha portato, a 15 anni, ad intraprendere come molti il viaggio della speranza verso l’Europa. Un percorso che lo ha portato in Niger, in Algeria, in Senegal e in Libia. Qui fu costretto dai trafficanti a un’impresa disperata: senza esperienza, senza nessuna conoscenza del mare dovette condurre il barcone con a bordo 250 persone fino alle coste italiane. Da qui l’arrivo a largo di Augusta dove l’allora quindicenne pronunciò la famosa frase alla Guardia Costiera italiana “Io sono il Capitano”. Arrestano come scafista e portato nel carcere di Siracusa resta in cella per due mesi tra i criminali maggiorenni.
Finalmente le autorità capiscono che Fofana è minorenne ed approda così nella comunità di accoglienza dei minori di Catania. Da qui consegue la licenza di terza media che gli permette poi di iscriversi al Duca degli Abruzzi per “coltivare il sogno- dirà lo stesso ragazzo ai suoi professori- di lavorare al porto a stretto contatto con il mare”.
“Per me è una gioia immensa essere qui oggi- sottolinea Fofana Amara– questa scuola è casa mia perché qui mi sono sentito subito accolto, amato e rispettato. Il Politecnico del Mare mi ha fatto diventare uomo e questo non potrò mai dimenticarlo. L’affetto che oggi mi stanno dimostrando questi ragazzi non si può descrivere a parole ed a loro voglio dire di cogliere sempre qualsiasi tipo di opportunità perché la vita è imprevedibile”.