On. Tiziano Spada (Pd): “Zona industriale e inquinamento, preoccupante ciò che sta succedendo”

Siracusa – “È preoccupante quello che sta succedendo attorno alla zona industriale e assordante il silenzio della politica rispetto a una tematica che i cittadini dei territori ad alto rischio ambientale, come Priolo, Melilli, Augusta, Città Giardino, Floridia e Solarino, vivono, da troppo tempo ormai, sulla propria pelle”. Così Tiziano Spada, deputato regionale del Partito democratico che, a proposito della nuova inchiesta sul Tas (Trattamento acque di scarico), della raffineria Isab Sud per inquinamento ambientale dovuto ai presunti sversamenti illeciti in mare, dichiara: “È giunto il momento di dire basta. Non si può continuare a inquinare la nostra aria, il nostro mare, la nostra terra e a mettere seriamente in pericolo la salute dei cittadini senza che nessuno intervenga. Occorre tutelare non solo la salute dei cittadini, ma anche dei lavoratori che operano all’interno degli impianti. Ritengo che il lavoro vada preservato così come anche la salute dei lavoratori, siamo in attesa che il governo regionale potenzi la struttura dell’Arpa che dovrebbe fare i controlli all’interno della zona industriale. Cattivi odori, sfiaccolamenti e persino una pioggia oleosa, soltanto alcuni degli episodi che continuo a denunciare da tempo e per cui ho sempre chiesto interventi e chiarimenti urgenti. E l’ho fatto tramite richieste di audizioni in commissione Ambiente e interrogazioni parlamentari, solo per fare due esempi”.

L’on. Tiziano Spada continua: “Bisogna ascoltare le istanze del territorio, che non può più aspettare, e metterle al centro delle decisioni aziendali. Siamo stanchi di promesse e chiacchiere. Adesso è il momento di agire, senza più scuse o ritardi, perché è da trent’anni che si parla di bonifica, eppure nulla si è mosso. La riconversione ecologica e tecnologica del polo petrolchimico è ormai non solo necessaria, ma urgente! È inaccettabile che la sostenibilità ambientale e sociale sia ancora solo un concetto vuoto per tante aziende, e che si continuino a ignorare le legittime richieste della comunità locale. Serve un cambio di passo –  conclude – nell’approccio e nella gestione di questi fenomeni”.

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