Alla Biblioteca Navarria Crifò, guidati dal libro “Mafia&Droga, lo stato delle cose – Rapporto 2024”
Palermo – “Palermo e Catania, operatori sociali a confronto” è il tema dei dibattito che si animerà alle 17.30 di giovedì 5 dicembre nella sala consultazione della Biblioteca Navarria Crifò, in via Naumachia n°18a, a Catania.
Un confronto, voluto e realizzato in collaborazione con l’associazione “Memoria e Futuro”, ispirato dal libro “Mafia&Droga, lo stato delle cose – Rapporto 2024” a cura di Umberto Santino, Giovanni La Fiura, Giovanni Burgio e Nino Rocca, al fine di gettare le basi per la creazione di una rete che unisca il territorio siciliano per trovare strategie comuni di intervento contro il dilagare di sostanze stupefacenti che hanno ormai invaso le piazze siciliane e non solo, distruggendo vite purtroppo sempre più giovani.
Al dibattito, interverranno: Fabio Brogna, direttore Sert Catania; Maurizio Caserta, professore ordinario di Economia Politica e capogruppo Pd al Consiglio Comunale di Catania; Antonio Fisichella, del Comitato per il contrasto alla povertà educativa; Agata Pappalardo, direttrice dell’Ufficio Diocesano sulla Dispersione scolastica.
Parteciperanno in presenza uno degli autori, Nino Rocca, e l’editrice Gilda Sciortino (Mediter Italia Edizioni), mentre Umberto Santino, Giovanni La Fiura e Giovanni Burgio seguiranno la presentazione e interverranno attraverso collegamento online.
Condurrà il dibattito il giornalista Antonio Ortoleva.
Il Libro
I materiali raccolti in questo dossier possono avere varie chiavi di lettura: lo stato attuale della mafia, la produzione e il consumo di droghe, il ruolo della società civile, l’azione delle istituzioni. Il traffico di droga ha segnato uno snodo fondamentale per l’evoluzione del fenomeno mafioso, poiché ha indotto una lievitazione dell’accumulazione illegale, paragonabile a quella derivante dal proibizionismo degli alcolici degli anni ’30 negli Stati Uniti. La mafia siciliana, dopo aver avuto un ruolo egemonico negli anni ’80, con la “Pizza Connection”, al cui centro era Gaetano Badalamenti, ha perduto posizioni e, negli ultimi anni, c’è stato un ritorno alla droga, per far fronte all’indebolimento dei proventi ricavati da altre attività. Ma più che mirare a un ripristino dell’egemonia, Cosa nostra ha intrecciato legami con altre organizzazioni, come la ‘ndrangheta, che nel frattempo si è imposta nel mercato nazionale e internazionale. La droga era, e rimane, un fenomeno-calamita, che coinvolge una lunga schiera di soggetti e di gruppi sociali.