Vittime sul lavoro AIC: basta morti, serve impegno e responsabilità di tutti “La sicurezza in agricoltura è una questione delicata: la fatica fisica, i rischi connessi all’utilizzo delle macchine e la manodopera invisibile rendono difficile affrontare questa sfida. Le leggi e gli strumenti finanziari ci sono, ma è necessario agire affinché vengano utilizzati in modo efficace”. Lo afferma Giuseppino Santoianni, presidente dell’Associazione Italiana Coltivatori a margine dell’iniziativa organizzata dall’ANMIL in occasione della 74a Giornata Nazionale per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro. “Dobbiamo puntare sulla formazione continua, la digitalizzazione, ma soprattutto il ricambio del parco macchine. Tra il 2018 e il 2022, la perdita di controllo del mezzo ha causato circa metà delle morti nei campi”, osserva il presidente di AIC. “Gli incentivi ci sono, ma la carenza di informazioni e le difficoltà logistiche ne limitano l’uso, soprattutto per le PMI agricole delle aree interne, basti pensare alle difficoltà legate al meccanismo del click day per avere i finanziamenti dell’INAIL”. “Tuttavia, parlare di sicurezza nei campi significa anche contrasto al caporalato. Tra il 2022 e il 2023, il numero di lavoratori identificati è aumentato del 180%. Se con il recente Decreto Flussi si è fatto un passo avanti per incentivare le denunce, attraverso percorsi socio-educativi e un sostegno economico alle vittime, resta molto da fare sul lato delle imprese”, commenta il presidente di AIC. “Chiediamo al governo un impegno per promuovere la Rete del Lavoro Agricolo di Qualità, che coinvolge solo il 3% delle imprese attive, con incentivi fiscali e un marchio pubblico che dia valore economico e sociale all’adesione, garantendo trasparenza nella filiera e premiando le imprese oneste”, conclude il presidente di AIC.