Palermo – “L’assessore Cordaro non può buttare a mare la sentenza del Consiglio di Stato che apre finalmente alla concorrenza le concessioni demaniali marittime a partire dal 2024. È un tentativo maldestro, sono solo rassicurazioni elettorali. Non illuda i gestori. La decisione si dovrà applicare infatti anche in Sicilia. Non si può usare il paravento dello Statuto siciliano”.
Lo sostengono i deputati regionali del Movimento 5 Stelle, per i quali “la sentenza fa chiarezza in una vicenda ignorata per troppo tempo dalla politica e dispone una cosa tanto semplice quanto avversata: i beni pubblici devono andare a gara e non possono essere assegnati sempre agli stessi concessionari. Questo avverrà anche in Sicilia, a meno che non si consideri la nostra un’isola in cui non vige la Costituzione italiana e non si applicano le direttive comunitarie”.
“L’assessore Cordaro – evidenzia in particolare la deputata regionale M5S Gianina Ciancio – si trincera a intermittenza dietro lo Statuto siciliano. Non scomodò lo Statuto quando c’era fretta di recepire la norma nazionale di proroga delle concessioni al 2033 nonostante la totale assenza, in Sicilia, di strumenti programmatori e di tutela dell’ambiente, quali i Pudm (Piani di utilizzo del demanio marittimo). Ora che la legge nazionale dovrà essere cambiata secondo quanto disposto dalla sentenza del Consiglio di Stato, si invoca la specialità. Facciamo notare all’avvocato assessore, che la circostanza per cui la Sicilia è l’unica ad aver legiferato in materia non sposta di una virgola le conseguenze della sentenza. Basta leggere l’art 1 della legge regionale 24/2019 per vedere come ci siamo limitati a recepire gli articoli della finanziaria nazionale del 2018. Va da sé che, se quest’ultima è incostituzionale, anche quella regionale dovrà essere cambiata. Cordaro farebbe bene a smetterla di ignorare il problema, spostandolo semplicemente in avanti, e illudere i gestori dei lidi”.
“Capiamo che è più facile lavarsene le mani – aggiunge la deputata M5S – visto che a pensarci dovrà essere il nuovo governo regionale, che avrà pochissimo tempo per trovare una soluzione. Ma sono anni che diciamo che questa legge era sbagliata. In aula abbiamo firmato anche una pregiudiziale di costituzionalità, e chiesto più volte di non estendere tout court le concessioni, dato che c’era una procedura di infrazione aperta a carico dell’Italia”.