Ragusa – “Non ho sinceramente compreso, né tantomeno condiviso, la posizione di quattro colleghi che, durante l’ultima seduta del consiglio comunale, si sono permessi di stigmatizzare con forza la posizione del prefetto di Ragusa con riferimento alla vicenda della gestione del castello di Donnafugata. Per carità, siamo in democrazia ed è chiaro che tutti possono dire la loro. Però se il prefetto, in qualità di rappresentante dello Stato, e quindi di massima autorità presente in città, abbia deciso, dopo avere scandagliato il caso, di intervenire, alla presenza, tra l’altro, dei vertici delle forze dell’ordine, convocando il sindaco, significa che avrà avuto le sue buone ragioni. E non capisco, dunque, di che tipo di ingerenza stiamo parlando”. Lo sottolinea il consigliere comunale del movimento Cinque Stelle Ragusa, Sergio Firrincieli, esortando i colleghi a valutare con attenzione le scelte del bon ton istituzionale. “Non voglio mettere bocca sulle dichiarazioni di questi colleghi – continua Firrincieli – però se non mi stupisco che a rilasciarle siano neofiti, mi sorprende un po’ di più il fatto che ad agire in questo senso siano stati colleghi che di primo pelo certo non si possono definire. Quando si muove il prefetto, ci si rimette, di solito, a quelle che sono le sue indicazioni anche perché, lo ricordo, a parlare è lo Stato che siamo chiamati a rispettare e a servire con onore e disciplina. Se il prefetto chiama, si va. Il prefetto non bacchetta e non mortifica, semmai esorta al dialogo e alla ricerca di soluzioni mediate entro l’alveo della legge. In ultimo non si presta a niente e a nessuno. È un’offesa già solo pensarlo. In attesa, comunque, che il bando possa essere prorogato ci sorprende, poi, la straordinaria, e a volte anche fuori luogo, veemenza con cui il sindaco difende la propria posizione sul castello. Per carità, che una difesa ci voglia è opportuno e politicamente corretto. Ma si percepisce dalle sue parole un atteggiamento eccessivamente prevaricante di questa posizione, come se fosse una questione di vita o di morte. Naturalmente, speriamo di sbagliarci e speriamo che tutto possa ritornare nell’ambito della normalità”.