Da oggi, presidio permanente, gli operai agricoli che curano il verde di Unipa e Orto Botanico e forniscono assistenza ai laboratori del campus

Palermo – Si autoconvocheranno in presidio permanente, a partire dalle ore 9,30, allo Steri, sede del rettorato, gli operai agricoli dell’Università di Palermo.

Le segreterie provinciali di Flai Cgil, Fai Cisl, Uila Uil, chiedono attraverso il presidio un incontro urgente al rettore Massimo Midiri.

“Ci convochi, manifesti concretamente interesse verso il comparto e insieme troveremo il miglior percorso verso una maggiore stabilità occupazionale degli operai agricoli”, dichiarano i segretari di Flai Cgil Palermo Enza Pisa, Fai Cisl Palermo Trapani Franco Nuccio e Uila Uil Caterina Provenza.

I sindacati, in una nota inviata al rettore, avevano chiesto un incontro urgente per individuare una strategia che potesse portare alle stabilizzazioni del personale da più trent’anni addetto alla cura del verde della cittadella di Unipa e dell’Orto Botanico e alle attività didattico-sperimentali del campus universitario e porre fine a una lunga stagione di precariato.

Ieri sarebbe stato il termine ultimo per avviare un’interlocuzione con il rettore, come scritto nella nota. Non avendo riscontrato segnali di interesse, le organizzazioni sindacali, d’accordo con la richiesta dei lavoratori, hanno deciso di procedere con l’autoconvocazione del presidio a partire da oggi.

Lo stato di agitazione è stato proclamato dalle segreterie provinciali di Flai Cgil Palermo, Fai Cisl Palermo Trapani e Flai Uila nel corso di un’assemblea dei 90 lavoratori che si è svolta il 22 marzo.   Una vertenza che dura da anni: già nel 2015 la richiesta al ministero per la stabilizzazione del personale, che fino all’anno scorso ha operato per 151 giornate l’anno. In precedenza, i lavoratori godevano di un budget utile allo svolgimento di 179 giornate lavorative pro capite.

“Quest’anno c’è ancora incertezza sul numero di giornate da effettuare – dicono le tre organizzazioni sindacali – Negli ultimi due anni, l’Università ha predisposto una ricognizione interna per contenere i numeri di precari al proprio interno. Pur manifestando interesse per un lavoro che è utile e necessario, questi lavoratori sono stati esclusi dal percorso. Ma non è tutto: paradossalmente l’Università ricorre anche ai concorsi pubblici per giardinieri, con lo scopo di reclutare profili professionali di cui già dispone al suo interno, come gli operai agricoli in questione, che da decenni sopportano questa situazione”.

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