Lucca – Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani, in occasione del 9 marzo, ricorrenza dell’omicidio del segretario provinciale della Democrazia Cristiana Michele Reina, primo politico siciliano del novecento ucciso dalla mafia, avvenuto nel 1979 a Palermo, intende ricostruirne la storia attraverso l’elaborato degli studenti della classe I sez. D del liceo scientifico Filolao di Crotone.
“Oggi rendiamo omaggio a Michele Reina che, durante la sua vita, ha lottato per rompere gli accordi tra la mafia e la politica. Uomo politico, esponente della Democrazia Cristiana, grazie al suo operato fu apprezzato dai palermitani. Lui divenne la prima delle tante vittime di Cosa Nostra nella storia del capoluogo siciliano.
Palermo, erano da poco passate le 22:30 del 9 Marzo del 1979 quando il segretario provinciale Reina aveva appena lasciato la casa di un amico e stava salendo in auto, dove lo attendevano la moglie Marina e una coppia di amici. Due sicari si avvicinarono e gli spararono tre colpi secchi di calibro 38 che colpirono il collo, la testa e il torace. Dopo l’agguato gli assassini scapparono a bordo di una Fiat Ritmo rubata poche ore prima e così, a l’età di soli 48 anni, Michele Reina perse la vita lasciando la moglie e i suoi 3 figli.
Dopo circa una un’ora, l’omicidio venne rivendicato dalle “Brigate Rosse”. Le indagini andarono avanti per lungo tempo, fino a quando nel luglio del 1984, davanti a Giovanni Falcone, Tommaso Buscetta, diventato collaboratore di giustizia, diede importanti informazioni su Cosa Nostra e rivelò che il mandante dell’omicidio di Michele Reina fu Salvatore Riina.
La sua morte fu solo l’inizio di una lunga serie di delitti che Cosa Nostra ha compiuto tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta. Con questo omicidio i corleonesi volevano dimostrare la loro forza e il loro potere, infatti, pur di diventare i padroni dell’isola siciliana avrebbero eliminato chiunque si fosse opposto alle loro idee e ne avrebbe limitato gli affari. Ad oggi il potere mafioso non è stato ancora debellato del tutto ma, soprattutto negli ultimi anni, si sono fatti molti passi in avanti.
Reina grazie alla sua perseveranza e alla sua determinazione, per il suo impegno civile e politico rimarrà un esempio per tutti coloro che assumono ruoli istituzionali e che vogliano intraprendere un percorso politico che punti sull’onestà e sull’incorruttibilità.”
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani invita a ricordare tutti i martiri della legalità e soprattutto a conoscere i progetti e le azioni connesse al loro operato. Chi come Michele Reina merita tutta la nostra riconoscenza e maggiore attenzione mediatica e delle autorità per gli ideali nobili in cui credeva.
Il CNDDU invita nuovamente gli studenti e i docenti ad aderire al progetto #inostristudentiraccontanoimartiridellalegalità. Gli elaborati possono essere segnalati al CNDDU che li renderà visibili sui propri canali social (email: coordinamentodirittiumani@gmail.com)
Prof. Romano Pesavento
Presidente CNDDU