Palermo – “Dai dati del rapporto ‘Fare spazio alla crescita’, di Save the Children, emerge una drammatica povertà scolastica in Sicilia”. Lo dice Adriano Rizza, segretario generale della Flc Cgil Sicilia.
“Dalle mense al tempo pieno – spiega – le tre grandi città metropolitane (Palermo, Catania e Messina) presentano grandi deficit. Ad esempio a Catania il servizio mense è erogato solo nell’8,9% delle scuole primarie e nell’8,2% di quelle secondarie. Il dato cresce di poco a Palermo con il 13,3% nella scuola primaria e l’11 nella secondaria, mentre a Messina si attesta al 32,2% nella scuola primaria e al 27 nella secondaria. Percentuali molto distanti rispetto alla media nazionale del 42%”.
“Anche per il tempo pieno – continua Rizza – le cose non migliorano. Se a livello nazionale la media delle scuole che offrono il tempo pieno agli studenti è del 38%, a Palermo il dato crolla al 6,5% alla primaria e al 10,4 alla secondaria, a Catania rispettivamente al 9,5 e al 5,1, a Messina al 20,3 e al 31,3”.
“Si tratta di situazioni che denunciamo da anni – prosegue – e che si aggraveranno ulteriormente con il dimensionamento scolastico e il progetto di autonomia differenziata, entrambi voluti dal governo nazionale con il consenso del governo regionale. Il primo prevede un’operazione di natura prettamente economica di soli 88 milioni, finalizzata a ridurre del 10% le autonomie scolastiche a livello nazionale, di cui oltre 100 in Sicilia nei prossimi tre anni, con la conseguente ed inevitabile riduzione di presidi istituzionali, soprattutto nelle aree interne, e riduzione del personale dirigente, docenti ed ATA. Il secondo, invece, non soltanto darà alle Regioni la possibilità di legiferare autonomamente su 23 materie, tra le quali l’istruzione, ma consentirà a quelle più ricche di trattenere maggiore gettito fiscale a discapito delle Regioni più povere del Mezzogiorno, aumentando in questo caso, contro ogni logica che si rispetti, quel divario sociale ed economico già esistente tra Nord e Sud”.
“Chiediamo con forza al governo nazionale e regionale – conclude – di rivedere queste scelte scellerate, di guardare la realtà della scuola soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno e contrastare, con i fatti e non soltanto con le promesse elettorali, tutte quelle criticità che stanno portando la nostra terra verso un fenomeno di spopolamento e di invecchiamento, che l’Istat ha ben rappresentato in diverse occasioni. La Sicilia ha bisogno di investire sull’edilizia scolastica, sulle mense, sul tempo pieno per dare ai nostri bambini e ragazzi quantomeno gli stessi diritti dei loro coetanei che abitano nelle altre regioni d’Italia. Solo in questo modo si possono contrastare due fenomeni, che stanno mettendo in ginocchio il sistema d’istruzione della Sicilia: povertà educativa e dispersione scolastica. In questo, infatti, siamo primi, non solo in Italia ma anche in Europa”.