Conferito a Bologna il premio Pio La Torre 2023 a Dino Paternostro, responsabile del dipartimento  archivio  e memoria storica Cgil Palermo

Palermo – Ieri a Bologna, nella Sala Armi di Palazzo Malvezzi, nell’ambito del master “Gestione e riutilizzo di beni e aziende confiscate alle mafie”, è stato conferito a Dino Paternostro, responsabile del dipartimento  archivio  e memoris  storica Cgil Palermo, il premio Pio La Torre 2023 “per l’impegno profuso nel promuovere la cultura della legalità e della responsabilità civile”.

    Il premio è stato istituito da sette anni dalla Cgil nazionale, da Avviso Pubblico e dalla Federazione Nazionale della Stampa. Insieme a Paternostro sono stati premiati anche altri sindacalisti, amministratori pubblici e giornalisti, distintisi nell’impegno per la legalità e nella lotta alla mafia. 

     Alla cerimonia erano presenti i componenti della giuria Franco La Torre, figlio di Pio, Pierpaolo Romani, Coordinatore nazionale di Avviso Pubblico, Emilio Miceli, responsabile del Dipartimento legalità Cgil nazionale, Mattia Motta, consigliere nazionale Fnsi, Stefania Pellegrini, docente universitaria e direttrice del Master “Gestione e riutilizzo di beni e aziende confiscate alle mafie” dell’Università di Bologna. 

   “Sono contento di questo premio – dice Dino Paternostro – perché riconosce il lungo percorso fatto da me e dai compagni della Cgil Palermo per valorizzare le battaglie per la legalità e la giustizia sociale, facendo memoria dell’impegno di tanti compagni che hanno anche sacrificato la loro vita nella lotta contro le mafie. Ecco, il premio lo dedico, lo dedichiamo, a tutti loro”.

“Il premio consegnato a Dino Paternostro – aggiunge Mario Ridulfo, segretario generale Cgil Palermo – è un riconoscimento all’impegno collettivo e alla storia di questa Camera del lavoro di Palermo e a quella di Corleone.  Ma è un impegno che cammina sulle gambe delle persone e fa leva sul coraggio e sulla intelligenza dei singoli che in luoghi e contesti difficili hanno saputo guidare lavoratrici e lavoratori nella lunga strada della emancipazione dal bisogno e dal ricatto mafioso. Dino rappresenta il meglio di questo impegno collettivo e personale e per noi tutti è motivo di orgoglio”.

    “Anche quest’anno – dice Emilio Miceli – sindacalisti, giornalisti e amministratori locali hanno ricevuto il riconoscimento non perché ‘eroi’ ma perché facendo semplicemente il proprio lavoro hanno costruito legalità”.    

   Aggiunge Miceli: “Abbiamo istituito il premio

 perché pensiamo sia giusto valorizzare persone ‘normali’, non dirigenti apicali ma delegati, dirigenti territoriali che fanno sindacato nel senso più autentico del termine che si distinguano per quella ostinazione tipica di La Torre nel condurre battaglie e vertenze per difendere legalità e diritti”. 

    Il premio viene conferito il 13 settembre di ogni anno perché proprio in quel giorno, nel 1982, a pochi mesi dall’assassinio di Pio La Torre, venne pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la legge che istituì il reato di associazione di stampo mafioso, e la possibilità di sequestrare e confiscare i loro beni di provenienza illecita.      In questo modo vennero forniti alla magistratura gli strumenti per portare alla sbarra i capi mafia.  E si consentì alla Procura di Palermo di istruire il maxi processo a Cosa Nostra.  

     A ideare questa legge e ad individuare la forma giuridica di quel reato fu Pio La Torre, sindacalista e politico palermitano, che era finito in carcere per aver capeggiato, da  dirigente della Cgil, i braccianti che occuparono i latifondi incolti.

Qualis eligere