Palermo – Ancora una volta Siciliani Liberi ha avuto ragione ed ha anticipato ai siciliani, ai lavoratori dello scalo aeroportuale Catanese, ai viaggiatori e pure a ciò che resta della politica siciliana, ciò che sarebbe accaduto.
L’aeroporto di Catania resta chiuso ovviamente ad oltranza: fino a quando non saranno ripristinate le condizioni di piena tutela della salute di lavoratori e passeggeri.
Dovute con effetto immediato sono le dimissioni dell’amministratore della società di gestione e il commissariamento regionale della società. Che poi andrà unita a tappe forzate con le altre due società di gestione aeroportuali: quella di Trapani e quella di Palermo.
Le dimissioni sono dovute perché, oltre a gestire una società aeroportuale in cui l’impianto antincendio automatico a pressione non ha evidentemente funzionato, l’amministratore in margine ad una riunione in prefettura con Enac e funzionari statali si è permesso di dire che l’aeroporto sarebbe stato “riaperto con due voli l’ora” utilizzando il minuscolo Terminal C. L’incompetenza palesata da simili dichiarazioni non deve sorprendere: si tratta di un imprenditore del settore alberghiero.
Ciò che merita ancora più biasimo è il comportamento della testata giornalistica della RAI e di gran parte della stampa regionale, con l’eccezione di due testate online: tutte, senza fare una verifica o semplicemente usando la logica, hanno dato la “notizia” della riapertura.
Il piccolo aeroporto militare-civile di Fontanarossa ai piedi de l’Etna, continuamente chiuso per le eruzioni di cenere vulcanica, non è adatto a tollerare un traffico annuo di 10 milioni di passeggeri. E infatti, sotto stress, è saltato.
Quello di Comiso, lo è: perché ha intorno lo spazio necessario. Ed è sufficientemente distante dell’Etna per non dover essere chiuso alla prima eruzione di cenere.
Siciliani Liberi ha spiegato pubblicamente a inizio 2023 perché le società aeroportuali siciliane vanno unificate in Aeroporti di Sicilia: unica società, interamente della Regione Siciliana, che potrà dare un futuro al trasporto aereo come bene comune. Non come avvenuto finora: con i biglietti aerei divenuti impagabili e gli aeroporti siciliani di fatto usati solo da non siciliani e dal 10% scarso della popolazione siciliana ad alto reddito che può (ancora per poco, di questo passo) comprare biglietti aerei.
Ancora una volta, i siciliani possono vedere e toccare con mano come abbiano in Siciliani Liberi l’unica forza politica che faccia concretamente i loro interessi.
Ciro Lomonte