Cgil e Fiom: “A Palermo situazione dell’industria ai minimi termini. Cambio di rotta, con piani di sviluppo e reindustrializzazione aree di crisi per creare occupazione per i giovani”
Palermo – Alta sin dalla mattinata l’adesione allo sciopero dei metalmeccanici a Palermo, che proseguirà per tutta la giornata. I lavoratori delle aziende metalmeccaniche di Palermo e provincia incrociano le braccia per lo sciopero nazionale di 4 ore indetto da Fiom, Fim e Uilm.
I primi a scioperare sono stati i lavoratori del turno dalle 6 alle 14, che alle ore 10 hanno interrotto le loro mansioni e lasciato il posto di lavoro. Adesso tocca al turno centrale, con i lavoratori che usciranno dal lavoro alle 12. Quindi sarà la volta del turno pomeridiano, con uscita alle ore 18, anticipata di 4 ore.
Allo sciopero di 4 ore partecipano tutte le maggiori aziende, prevista una massiccia partecipazione, a partire dalle aziende storiche come Fincantieri e Leonardo, da Sirti agli informatici di Engineering, da Sispi a Italtel, che sta vivendo una sua vertenza specifica, agli ascensoristi della Koine e della Schindler, agli informatici di St Microlectronics, ai metalmeccanici delle piccole e medie imprese e tutte le altre aziende che operano a Palermo e provincia.
“La situazione dell’industria a Palermo è ai minimi termini – dichiarano il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo e il segretario generale Fiom Cgil Palermo Francesco Foti – Oggi i metalmeccanici scioperano perché chiedono un futuro con meno precarietà e incertezza e per sollecitare l’urgenza di scelte diverse e di investimenti per rilanciare l’industria. Non ci sono nuovi insediamenti nel nostro territorio, non ci sono prospettive di sviluppo né occupazionali: nelle aziende le assunzioni di nuovi giovani sono di fatto inesistenti.
“Tutto questo è colpa della mancanza di una politica industriale e di politiche del lavoro che diano risposte ai settori strategici oggi in crisi – aggiungono Ridulfo e Foti – Da anni nel nostro territorio, con i governi regionali che si sono susseguiti fino all’attuale governo Schifani, non è stato mai attuato un piano di investimenti per garantire un futuro di crescita alle aree industriali esistenti e impedire la fuga dei ultimi grandi gruppi Chiediamo un cambio di rotta. E’ inammissibile per un città metropolitana come Palermo che non ci sia la possibilità di dare prospettive di lavoro ai tanti giovani costretti a emigrare e costruirsi un futuro altrove. Per creare nuova occupazione occorrono piani di sviluppo, confronti sui settori e sulle filiere in difficoltà, la reindustrializzazione delle aree di crisi”.