Il nuovo libro di Rosa Laplena edito da Mediter Italia.
Palermo – Non ci sono dubbi che l’Italia sia l’unico Stato che abbia prodotto una legislazione completa in materia di beni confiscati, che va dall’aggressione dei patrimoni della criminalità organizzata al loro riutilizzo a favore della comunità con finalità sociali. Ecco da cosa prende spunto il libro di Rosa Laplena dal titolo “I beni confiscati alla criminalità organizzata. Dalla legge Rognoni La Torre ad oggi. Storia, applicazione della normativa, incidenza nelle politiche pubbliche di coesione territoriale e di sviluppo locale”.
Un testo, quello prodotto dall’autrice, arricchito dalla prefazione di Giuseppe Di Lello, magistrato componente del Pool Antimafia, che fa’ il punto su quello che è successo negli ultimi ventitré anni di attività e di impegno nell’antimafia sociale, mirati alla valorizzazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata su tutto il territorio nazionale. Un lavoro di analisi che indica anche i possibili “rimedi” alle carenze legislative e organizzative di volta in volta indicate, nonché con il coinvolgimento del Terzo settore e soprattutto del mondo della cooperazione inspiegabilmente ignorato.
«I beni confiscati alla criminalità organizzata costituiscono un incredibile patrimonio restituito (ma anche da restituire) alla comunità nazionale alla quale dalla stessa è stato sottratto, e quotidianamente continua a essere sottratto, con violenza, frode e altre attività illecite. Di questi beni si occupa il presente saggio di Rosa Laplena, ricomponendo il complesso quadro normativo, così come si è andato evolvendo e migliorando nel corso degli anni a partire dalla Legge Rognoni – La Torre del ’82, proseguendo con la Legge 109/1996 per la destinazione “sociale” di detti beni ed altre modifiche, attente innanzitutto ad ampliare la platea dei beneficiari e cercare di migliorare le strutture operative in campo nazionale e sul territorio».
Giuseppe Di Lello