Ragusa – Dio fatto uomo, morto per i nostri peccati. Un Dio che muore di una morte miserevole e umiliante. Una morte che sembra la fine di tutto ma che in realtà è l’inizio e il compimento di ogni cosa. Il Venerdì Santo a Ragusa Ibla è forse il momento più atteso ed emozionante di tutto l’anno. In questo giorno, sin dal 1500 e dalla dominazione spagnola del XVII secolo, la città vive momenti intensi con la solenne processione che conduce il Cristo morto e la Vergine Addolorata per le meste stradine iblee.
Il dolore, il silenzio, la preghiera e la speranza. Tutti sentimenti che dominano nel cuore di ogni fedele che dimostra il proprio dolore portando con sé un cero acceso, simbolo della fede riposta in Gesù Cristo. Una testimonianza d’archivio, datata 14 aprile 1713, riporta un documento nel quale si legge: “…la sera del Venerdì Santo esce la processione del corpo di Cristo Morto nell’urna delli Cristalli e gira per tutta la città sino alla chiesa di Santa Maria dello Spasimo”. Ancora oggi avviene ciò che si legge nei documenti seppure con le dovute modifiche dei tempi. Le file sterminate dei fedeli, le torce accese, le preghiere, la musica funebre, le viuzze iblee illuminate dalla luce soffusa delle candele. Tutto questo è rimasto immutato così come immutato è rimasto il sentimento doloroso non solo nelle vecchie generazioni ma anche nelle nuove, animate anch’esse dalla fede. Domani, quindi, alle 17, nella chiesa delle Benedettine, ci sarà la celebrazione della Passione del Signore. Lo stesso rito, ad analogo orario, anche al Duomo di San Giorgio. Alle 20, dal Duomo, prenderà il via la solenne processione con il simulacro del Cristo morto e dell’Addolorata per le seguenti vie: Maria Paternò Arezzo, Tenente Di Stefano, XI febbraio, del Mercato, piazza della Repubblica, corso don Minzoni, Giusti, piazza della Repubblica, del Mercato, largo Camerina, Orfanotrofio, delle Suore, Tenente La Rocca, Giardini, piazza Odierna, corso XXV aprile, piazza Pola, corso XXV aprile, piazza Duomo e poi rientro in chiesa Madre.