“Ripristinare a Palermo un sistema di regole nel settore del commercio. L’economia sommersa ormai è una costante”
Palermo – Giusepe Aiello è stato riconfermato alla guida della Filcams Cgil Palermo, a conclusione del VII congresso della categoria che rappresenta la numerosissima platea di i lavoratori di commercio, turismo, ristorazione, servizi, appalti. È stato eletto all’unanimità dall’assemblea generale della Filcam Cgil Palermo riunita per i lavori congressuali all’Nh Hotel del Foro Italico Umberto I.
Riconfermati nella sua segreteria i segretari Alessia Gatto e Manlio Mandalari. I lavori sono iniziati con la relazione del segretario uscente. Hanno presto la parola delegate e delegati al congresso. Sono intervenuti Francesco Piastra, segretario organizzativo della Cgil Palermo e Sandro Pagaria, segretario generale Filcams Cgil Sicilia. Ha concluso i lavori Maria Grazia Gabrielli, segretaria generale Filcams Cgil nazionale.
Il comparto che segue la Filcams è quello con il più alto numero di addetti a Palermo: 50.530 lavoratori nel commercio, 19.922 nel turismo, 24.841 nei servizi alle imprese (dati InfoCamere riferiti al 30 settembre 2021).
“Abbiamo la necessità di conoscere il piano industriale per la città di Palermo – dichiara segretario Filcams Cgil Palermo Giuseppe Aiello – serve una programmazione a medio e lungo termine. Vorremmo conoscere l’agenda politica dell’amministrazione per un confronto confederale sulle politiche di sviluppo che si vogliono mettere in campo. Un confronto non più rinviabile e che possa essere utile a trovare soluzioni per migliorare la qualità della vita di lavoratori e cittadini”.
Negli ultimi anni il territorio palermitano è stato caratterizzato da un depauperamento del tessuto produttivo, dalla chiusura di attività commerciali, dalle riduzioni di organico con le multinazionali della grande distribuzione che hanno abbandonato Palermo.
“Basti pensare – aggiunge Aiello – a Carrefour, ad Auchan e a Coop Allenza. L’addio delle multinazionali ha creato spazi che sono stati fagocitati dall’imprenditoria locale. A Palermo in questi ultimi anni abbiamo fatto un lavoro importante, riuscendo a mantenere inalterati i livelli occupazionali, nella gestione delle procedure di cessione di rami d’azienda dei lavoratori di Sma, Auchan, Cambria, L’Arcipelago e degli Iper di Coop Alleanza passati per il Gruppo Radenza, realtà tutte quante confluite al Gruppo Arena”.
Nella provincia di Palermo la Filcams registra il dato che l’economia sommersa, fatta di lavoro grigio, lavoro nero, con pratiche di caporalato è ormai una costante, grazie anche alla frammentazione delle attività e alle esternalizzazioni, “dove troppo spesso si annidano le illegalità e le mafie fanno i loro affari”.
“È giusto evidenziare – dice il segretario Filcams – che le grandi catene delle multinazionali Gdo che sono andate via sono stati presidi di legalità e del rispetto dei Ccnl subendo il dilagare, fra la concorrenza locale, delle diffuse pratiche di lavoro grigio, lavoro nero e del ricorso ai cosiddetti contratti pirata, diventando un modello di riferimento”.
In questi anni, nel fare un bilancio dalla precedente stagione congressuale, la Filcams si è imbattuta in aziende che, erogando gli stipendi in acconto e saldo, hanno obbligato le lavoratrici e i lavoratori a un sacrificio retributivo enorme, con l’esposizione delle loro famiglie all’insostenibilità economica.
“Tredicesime e quattordicesime rateizzate arbitrariamente – prosegue Aiello – indennità non riconosciute, oltre il danno del Ccnl scaduto da 7 anni, la beffa della vacanza contrattuale non erogata, versamenti nei fondi previdenziali non pervenuti da 10 e più anni, versamenti al fondo Fasiv non adempiuti. Tutte inadempienze che con passo determinato, seppur parzialmente, siamo riusciti ad arginare”.
“Per tutto questo – è l’appello del segretario Filcams Palermo Giuseppe Aiello – è necessario ripristinare un sistema di regole, partendo dalla reintroduzione delle tariffe minime, garanzia di sicurezza e legalità del settore in cui assistiamo sempre più ad un turnover di aziende spesso poco trasparenti. Ciò che preoccupa è l’assenza delle istituzioni e delle Prefetture, alle quali più volte sono stati chiesti unitariamente tavoli tecnici, anche per discutere le problematiche sul facile rilascio delle licenze. Nell’ambito degli appalti, pubblici e privati, la stessa sorte la subiscono le lavoratrici e i lavoratori impiegati nel settore delle pulizie, la stragrande maggioranza dei quali con contratti part-time, spesso sotto la soglia minima oraria contrattualmente prevista”.
Lavoratori del tutto “invisibili”, quelli del settore del pulimento, con contratti di poche ore alla settimana, “che non si sono tirati indietro durante la pandemia nonostante le condizioni in cui spesso le aziende per le quali prestano servizio li hanno obbligati a lavorare”.