Bruxelles – Venerdì scorso, per la prima volta, l’UE e i paesi vicini del Mediterraneo hanno deciso di istituire cinque piani di gestione pluriennali (MAPs) basati sui principi della politica comune della pesca (PCP). Questo è il risultato della 45a riunione annuale della Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo (CGPM).
Grazie agli sforzi congiunti della Commissione, degli Stati membri e di tutti i paesi costieri, la CGPM ha adottato all’unanimità 21 ambiziose misure, 19 delle quali presentate dall’Unione europea, per la gestione e il controllo della pesca, l’acquacoltura e la protezione degli habitat vulnerabili nel Mediterraneo e nel Mar Nero. Inoltre l’UE sostiene l’attuazione di tutte le misure e la nuova strategia CGPM 2030 mediante una sovvenzione annuale di 8 milioni di €.
I nuovi piani pluriennali riguarderanno le principali sottoregioni mediterranee: il Mare di Alboran nel Mar Mediterraneo occidentale, lo Stretto di Sicilia, il Mar Ionio e il Mare di Levante. I piani contribuiranno a intensificare gli sforzi per ridurre la pesca eccessiva e migliorare lo stato degli stock ittici nel bacino marittimo, oltre a rafforzare il quadro giuridico per lo sfruttamento sostenibile degli stock, al fine di garantire la redditività del settore della pesca e condizioni di parità per le flotte del Mediterraneo.
L’UE, il Marocco e l’Algeria hanno poi concordato una tabella di marcia per l’istituzione della prima zona di restrizione della pesca condivisa (FRA), la quale contribuirà a sostenere le nuove misure del piano pluriennale di Alboran per la protezione degli stock di occhialone, che si trovano in uno stato critico.
Al fine di garantire la corretta attuazione delle misure di gestione e il controllo delle attività di pesca, la CGPM ha adottato due programmi di ispezione internazionali congiunti nel Canale di Sicilia e nel Mar Ionio e ha deciso di vietare il trasbordo in mare quale strumento essenziale nella lotta contro le attività illegali, non dichiarate e non regolamentate (INN).