Piacenza – Da molti anni il Piacenza Jazz Fest non tornava nella Basilica di San Savino, palcoscenico di alcuni memorabili concerti ancora ricordati per l’acustica particolarmente adatta a certe formazioni e la forte emozione che pervadeva ogni nota suonata. Quest’anno sono ben due con due i progetti che sono tagliati su misura per quel luogo speciale. Il primo vede un duo con il violoncello di Salvatore Maiore e il violino e la viola di Maria Vicentini con un progetto in cui vengono interpretate le musiche di Charles Mingus dal titolo “Mingus world” e avrà luogo giovedì 30 settembre alle ore 21.00. L’ingresso al concerto è libero fino ad esaurimento dei posti disponibili e non prenotabili. Saranno come sempre garantite tutte le misure in termini di sicurezza richieste per gli spettacoli dal vivo.
Sabato 2 ottobre alle 15.30 presso il Conservatorio Nicolini si terrà la prima delle conferenze e degli approfondimenti in programma quest’anno. L’esperto Marcello Piras parlerà di John Lewis e l’arte della fuga, ovvero del dialogo fecondo tra alcune composizioni jazz e modelli e tecniche più europei. Anche questa conferenza è a ingresso libero, ma con prenotazione obbligatoria.
Anche quest’anno il Piacenza Jazz Fest è reso possibile grazie al fondamentale sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano e della Regione Emilia-Romagna, si avvale del patrocinio del Ministero della Cultura e del contributo di alcune realtà del mondo imprenditoriale.
Salvatore Maiore è musicista e compositore che ha evidenziato, nelle molte collaborazioni e nei progetti personali una cifra espressiva particolarmente ricercata, dove il ruolo dei suoi strumenti assume un aspetto propositivo, in una chiara esaltazione delle forme melodiche e timbriche. Insieme a Maria Vicentini riescono a coniugare in maniera intrigante la complessità delle forme alla bellezza delle melodie. La rilettura dei capolavori di Charles Mingus realizzata dai due, se da una parte ne mantiene con grande luminosità l’effervescente fiume tematico, dall’altra ne esalta i valori contrappuntistici, la vocazione per il dialogo, il coraggio della sperimentazione e il gusto per i colori. Il repertorio scelto per il concerto viene sempre eseguito completamente a memoria, riprendendo lo spirito di Charles Mingus, aiutando così i due musicisti a lavorare molto sull’estemporaneità delle esecuzioni. Quando si suona a memoria maggiori, infatti, sono i margini nell’interpretazione. Il tutto con la competenza strumentale, l’impegno nella progettazione del percorso, l’esecuzione pulita, ma al tempo stesso la leggerezza e la sottile ironia che caratterizza questi musicisti, già maturi ma ancora freschi e creativi. Mingus, ne esce così benissimo e si rivela, se ce ne fosse ancora bisogno, un artista dalle ampie visioni e dallo spirito ancora contemporaneo.
Sabato 2 e domenica 3 ottobre alla Sala degli Arazzi della Galleria Alberoni
Weekend tutto dedicato al cinema muto musicato da Mauro Ottolini e i Sousaphonix
Domenica 3 ottobre anche il primo dei Jazz brunch al Dubliners
Fine settimana speciale per il festival, dedicato alla relazione tra musica e immagini. Due infatti saranno gli appuntamenti con altrettante pietre miliari del cinema quando ancora non esisteva il sonoro; capolavori della cinematografia che tornano a rivivere con maggior forza grazie ai commenti sonori che vi imprimerà un musicista geniale quale il trombonista e compositore Mauro Ottolini in compagnia dei suoi Sousaphonix. Il primo dei due spettacoli si terrà sabato 2 ottobre ed è imperniato sul film “Inferno” di Francesco Bertolini del 1911, il secondo di domenica 3 avrà un taglio completamente diverso perché sarà su un film di Buster Keaton del 1925. Entrambi avranno come location la Sala degli Arazzi della Galleria Alberoni. Per ragioni legate alle misure di contenimento pandemico che dimezza la capienza delle sale, i set saranno due per ogni concerto: il sabato il primo alle 19.00 e il secondo alle 21.30, la domenica il primo alle 18.30 e il secondo alle 21.00. I biglietti sono acquistabili presso la sede del Piacenza Jazz Club nei pomeriggi feriali dalle 15:00 alle 19.30 e il sabato mattina dalle 10:00 alle 12.30, in tutte le tabaccherie e ricevitorie Sisal oppure sul sito diyticket.it. Sono garantite tutte le misure in termini di sicurezza richieste per gli spettacoli dal vivo.
Domenica 3 ottobre alle ore 12.30 si terrà il primo Jazz Brunch al Dubliners in compagnia del trio che vede Angelo Cultreri all’organo, Luciano Poli alla chitarra e Valerio Abeni alla batteria. Al Jazz brunch è possibile accedere esclusivamente su prenotazione direttamente al locale, telefonando o scrivendo una mail.
Anche quest’anno il Piacenza Jazz Fest è reso possibile grazie al fondamentale sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano e della Regione Emilia-Romagna, si avvale del patrocinio del Ministero della Cultura e del contributo di alcune realtà del mondo imprenditoriale.
Quando uscì nel 1911 “Inferno” di Francesco Bertolini segnò una rivoluzione nella storia del cinema. Nessuno, prima o dopo, ha osato confrontarsi con la trasposizione cinematografica dell’intera prima cantica della Divina Commedia del sommo poeta. Tra fumanti ghiaioni scoscesi, lande desolate bucate da spettrali sepolcri, antri illuminati da lampi improvvisi, orridi, spelonche e fiumi di pece, si muovono Dante e Virgilio incontrando dannati, diavoli, centauri e giganti. Il commento musicale che Ottolini ha ideato per questo film lo rende nuovo e sorprendente. La sua è una colonna sonora di matrice jazz-rock, una musica visionaria dai connotati pulp, che si sposa con l’eccentricità di effetti speciali ante litteram.
Domenica i Sousaphonix eseguiranno dal vivo la colonna sonora a uno dei capolavori del muto dal titolo “Seven Chances”, film che Buster Keaton realizzò nel 1925 e rimase inedito. Questo capolavoro procede senza tregua a velocità mozzafiato; è costruito in un crescendo paradossale di situazioni comico-drammatiche che trascendono il periodo storico e rendono il film sempre vivo, attuale e molto divertente. Da queste atmosfere parte Ottolini, esplorando il Ragtime e i suoi derivati con un lavoro di ricerca dagli archivi storici, in tutte le possibili sfumature, apportando un originale e inconfondibile tocco, grazie alla presenza di brani originali e ai suoi arrangiamenti raffinati, che fanno brillare l’ensemble attraverso “direction” e spunti creativi coinvolgenti. I brani fluiscono con grazia attraverso le scene del film, al quale si adattano perfettamente, anche grazie alla cura dei testi cantati dalla bravissima Vanessa Tagliabue Yorke, che sottolineano i temi presenti nella storia.
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