Palermo – Cari amici, Vi trasmettiamo lo sfogo di un volontario attivista del WWF che riassume in poche parole lo sconforto e la passione per l’ambiente che molti amministratori del settore della cosa pubblica dovrebbero possedere. Ringraziamo anticipatamente per l’eventuale pubblicazione.
Il Bosco di Scorace, come tanti altri luoghi meravigliosi di Sicilia, non c’è più. È un cumulo di cenere.
Con Marco, Francesco e Roberto siamo stati gli ultimi, martedì scorso, 16 agosto, a dare l’addio ad una vegetazione endemica ancora in grado di resistere alle condizioni climatiche ormai avverse anche per loro.
Eravamo andati per poi programmare un’escursione da fare in novembre con tutti i soci wwf, tra le sughere e i corbezzoli ancora feriti dall’incendio del 2020 e si erano ripresi…
Si… Ripresi, la famosa resilienza di cui tanto ci infariniamo la bocca noi umani ma che è un esclusiva del mondo vegetale. La forza di rinascere dopo la morte apparente… Di rigenerarsi all’interno dello stesso “scheletro”… Le piante sono più vive di tutti gli esseri viventi… ma lo scopriremo quando sarà tardi…
Sono sconfortato, quando muore un bosco, un bosco vivo, di cui ancora ricordi i profumi, un velo cupo e triste attanaglia il cuore.
Scusate ma credo che tutti dovremmo riflettere su questo.
Andare avanti? Per chi? Per cosa? L’uomo merita di vivere ancora in questo paradiso? Non credo.
Serve ancora l’impegno del volontariato ambientalista, quando ogni proposta, ogni suggerimento viene completamente ignorato dagli organi competenti? Politici e burocrati?
Vi lascio con questa foto… probabilmente questa farfalla, che ho ritratto proprio martedì scorso a Scorace, come le miriadi di insetti, rettili, uccelli, volpi, martore, ricci…, non esistono più… che colpe avevano? Rispondetemi vi prego!