Palermo – Non ci sono alibi per gli atti violenza su giovani passanti e perfino su un disabile. Non ci si può nascondere dietro frasi consuete: “sono ragazzi” “sono bravate” perchè questi sono atti criminali e come tali vanno trattati. Nè ci si può nascondere dietro la noia perchè non si sa come far passare il tempo. Da tempo, tra via Roma e Maqueda una gang di minori ed adulti, tutti stranieri, passava il proprio tempo terrorizzando i passanti con calci pugni e servendosi di bastoni e bottiglie rotte. Poi, dopo le loro incursioni, postavano tutto su alcuni social per rafforzare la propria identità ed autorevolezza di coloro che ne approvavano il comportamento.
Lo Stato c’è ed interviene
L’Autorità giudiziaria di Palermo ha delegato la Polizia di Stato all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare a carico di 11 persone di cui 6 maggiorenni e 5 minorenni, ritenuti i componenti di una pericolosa “banda criminale giovanile” denominata “Arab Zone 90133”, autori di molteplici aggressioni, alcune eseguite con particolare violenza, attraverso l’utilizzo di bottiglie di vetro rotte e bastoni, contro frequentatori di questo centro cittadino, tra cui molti minorenni, perpetrate tra il 7 gennaio ed il 15 giugno.
Le brutali aggressioni sono state perpetrate, prevalentemente, nel fine settimana nei luoghi del centro storico ove sono soliti riunirsi giovani ragazzi.
In alcuni casi sono stati registrati anche più episodi di violenza nel corso della stessa serata.
Le azioni, compatibili con le tipiche ostentazioni criminali del “branco”, infondevano a tutto il gruppo maggiore sicurezza nel compiere interventi delittuosi manifestando la propria energica autorevolezza sul territorio mediante una violenza inaudita.
La presenza della banda criminale nell’area di riferimento ha infatti contribuito nel corso delle settimane ad ingenerare un allarmante clima di paura ed una percezione di scarsa sicurezza nei giovani frequentatori del centro storico.
Partono le indagini
Le Forze dell’Ordine iniziano le indagini nella massima discrezione. Accertamenti, sviluppati con l’ausilio delle immagini estrapolate dai sistemi di videosorveglianza, sono stati infatti acquisiti indiziari e concreti elementi di colpevolezza a carico di un gruppo composto da minorenni e maggiorenni, stranieri ed un italiano che, attraverso un consolidato schema di azione, si sarebbero resi responsabili, a vario titolo, di lesioni aggravate, percosse, minacce, resistenza ai danni di un appartenente della Polizia di Stato, libero dal servizio ed una rapina aggravata.
Le identificazioni effettuate sono state successivamente corroborate dalle individuazioni fotografiche alle quali sono state sottoposte le persone offese e sono risultate in perfetta corrispondenza con quanto riscontrato dagli accertamenti compiuti nei profili social del gruppo.
Il gruppo risulta molto attivo sui social network: “Tik Tok”, “You Tube” ed in particolare “Instagram”, con un profilo denominato “arabzone90133”, attraverso il quale gli appartenenti, “goliardicamente”, attestano la propria appartenenza ad un sodalizio di origine magrebina affermando il proprio dominio sul territorio ove agiscono.
Il profilo social è seguito da 1.385 follower, perlopiù minorenni, nel quale gli stessi pubblicano foto e video che li ritraggono, in alcuni casi parzialmente travisati, nei luoghi del centro storico, teatro degli eventi delittuosi, con didascalie che, in alcune occasioni, rimarcano il controllo del territorio ottenuto infondendo paura.
Postando i loro interventi violenti sui social
i criminali credono di potere aumentare e legittimare ciò che fanno accrescendo così la propria autorevolezza ma si sono sbagliati di grosso.
Alcuni componenti del gruppo, inoltre, compaiono in video musicali su “You Tube” che hanno migliaia di visualizzazioni.
Pertanto in base al grave quadro indiziario rassegnato dalla Squadra Mobile ed in considerazione dei consistenti elementi di reiterazione del reato e pericolosità sociale del sodalizio, le Autorità giudiziarie hanno emesso 11 provvedimenti, tutti di natura restrittiva, di cui 5 misure di custodia cautelare in carcere ed 1 misura degli arresti domiciliari con applicazione del braccialetto elettronico a carico degli indagati maggiorenni mentre l’Autorità Giudiziaria Minorile ha disposto 2 misure di custodia cautelare presso l’ I.P.M Malaspina e 3 misure del collocamento in comunità.
Dichiarazioni del Questore della provincia di Palermo Leopoldo Laricchia:
“Qua rispetti chi temi mica chi ti tratta bene” oppure “Certi personaggi che ci portiamo dietro sono più terribili di quelli che abbiamo dentro”. Con queste frasi a commento delle bravate criminali postate sui social sotto il profilo “Arabzone90133”, il gruppo, o meglio il branco, di giovanissimi, alcuni maggiorenni altri minorenni, prevalentemente di origine maghrebina, seconda generazione di immigrati, parte dei quali nati a Palermo, esaltavano azioni criminali come rapine, furti, aggressioni senza motivo, tutte perpetrate in centro intorno a via Maqueda, e tutte perpetrate in branco in danno di altri giovani, anche disabili, dall’inizio dell’anno fino a qualche settimana fa, quando il cerchio degli investigatori della Polizia di Stato ha iniziato a stringersi attorno a loro. Pretendevano con la violenza agita in gruppo di “controllare il territorio”. Il loro profilo social annovera più di 1400 follower. Sottocultura alimentata probabilmente da film e serie che esaltano le gesta criminali, rabbia sociale, emarginazione, uso di stupefacenti, molto probabilmente questo è il mix che sta facendo scivolare nel crimine le fasce più giovani ed emarginate delle nostre metropoli”.
Niente alibi per chi infrange la legge
Italiani o stranieri poco importa, chi infrange la legge va punito con esemplarità specie se a farne le spese sono giovani inermi o disabili affrontati con la violenza del branco che crede di rimanere impunito perchè confida sui sentimenti di paura ed omertà che invece non ci sono stati Palermo è città che accoglie ma che non tollera chi si comporta male e non rispetta l’ospitalità offerta. Palermo deve diventare più sicura e per questo occorre che ci siano due recquisiti:comportamenti che non infrangono le leggi e senso civico nel denunciare questi fatti e sopratutto fidarsi delle Forze dell’Ordine.
Luca La Scala