Palermo – Una norma presente nel ‘decreto Aiuti’ consente ai sindaci dei capoluoghi con deficit alti la possibilità di aumentare l’Irpef locale per rafforzare il percorso di risanamento finanziario. Ebbene, ai cittadini palermitani dico: lavorerò per non aumentare di un centesimo le tasse. È mia intenzione non mettere le mani nelle tasche di nessuno. È una questione etica e morale, prima ancora che economica. Perché ritengo che sia un errore fatale fare pagare a tutti gli errori ‘contabili’ di qualcuno. Se la situazione economica del Comune non è delle migliori lo si deve esclusivamente a chi non ha gestito al meglio i denari pubblici. Un’inversione di rotta è obbligatoria. A Palazzo delle Aquile serve, innanzitutto, un’operazione verità. Una due diligence dei conti pubblici che faccia chiarezza sui tanti aspetti ancora oscuri. Poi, salvo che la situazione non imponga la dichiarazione di dissesto, una rimodulazione della spesa per finanziare ciò che realmente è utile per lo sviluppo della città e il sostegno ai più deboli. Facendo ricorso ad una maggiore equità fiscale e a una lotta senza quartiere contro l’evasione. Pertanto, avvierò una interlocuzione col ministero degli interni e in particolare con la direzione centrale per la finanza locale per una ridefinizione del piano di risanamento”.