Palermo – I candidati che fino a ieri hanno raccolto adesioni e consensi all’interno dei partiti, oggi si considerano outsider, svincolati da quegli stessi partiti che gli hanno messo a disposizione il proprio serbatoio di voti, quello basato sui piccoli consensi e sulle grandi merci di scambio elettorale. Forse quei candidati hanno finalmente capito che i partiti, da cui sembrano rifuggire, sono inadeguati al nuovo modello di gestione necessario per Palermo ma nonostante questo ne rimangono legati a doppio filo.
“La mia scelta di correre senza partiti sin dall’inizio della candidatura – dichiara Rita Barbera – è oggi la più vera e la più lontana dai giochi di potere del palazzo”.
Il candidato Miceli, nella giornata di giovedì ha avuto un incontro con l’attuale sindaco e la sua giunta al fine “di conoscere i problemi della città” dimostrando ancora una volta la sua scollatura con la realtà della città. Avrà forse chiesto a Orlando e ai suoi assessori anche i suggerimenti per risolverli? Di sicuro la sua candidatura si dimostra essere sullo stesso solco dell’amministrazione Orlando tant’è che nelle varie liste che appoggiano Miceli, ai primi posti, ci sono i candidati di sempre, compresi quelli che hanno disastrosamente amministrato Palermo negli ultimi anni portandola a uno dei punti più bassi della sua storia. Questa sarebbe la discontinuità sbandierata? Chi vogliono prendere in giro? Senza dubbio le cittadine e i cittadini palermitani che, ancora una volta, sono usati per i loro giochi di potere.
Assistiamo, inoltre, a compilazione di liste elettorali prima della definizione del programma, chiaro segno che i candidati non sono scelti sulla base di competenze necessarie per amministrare la città ma sulla solita logica che oggi, più che mai, è necessario rifuggire.
“Manca il metodo – continua Rita Barbera – e manca l’amore per questa città. I problemi di Palermo non possono essere risolti mantenendo la stessa linea perdente dell’amministrazione uscente che, fra qualche mese, dovrà lasciare lo scranno a Palazzo delle Aquile. I giochi in essere ci fanno però capire che il loro vero obiettivo è uscire per rientrare subito dopo con le stesse funzioni. Questo rappresenta il fallimento definitivo della politica a danno delle palermitane e dei palermitani”.