L’iniziativa promossa dall’Ufficio diocesano per la pastorale della salute
Ragusa – Momenti molto emozionanti e commoventi, al reparto Hospice dell’ospedale Maria Paternò Arezzo di Ragusa. Qui, infatti, è stata celebrata la Via Crucis del malato con i testi di San Giuseppe Moscati. L’iniziativa è stata promossa di concerto tra la Pastorale della salute e lo stesso Hospice. “Ci sono stati molti momenti belli – sottolinea il direttore dell’ufficio diocesano, il sacerdote Giorgio Occhipinti – e, di certo, quello più significativo quando abbiamo conosciuto Santina che, per tutta la durata della Via Crucis, ha tenuto nelle mani la Croce realizzata con la lana, una delle peculiarità del filo della cura che ci unisce attraverso la preghiera e che ci farà vivere il senso della Settimana santa attraverso la solidarietà”. Tra i momenti più suggestivi e ricchi di pathos anche l’affidamento e la consacrazione della Russia e dell’Ucraina al cuore immacolato di Maria. “Ringrazio la responsabile dell’Hospice, Antonella Battaglia, e tutti i suoi collaboratori – dice ancora don Occhipinti – ringrazio il cappellano ospedaliero, padre Salvatore Giaquinta, per il suo sostegno. E, a proposito di Fatima, ho accolto per me le parole che la Madonna rivolse a suor Lucia durante l’apparizione del 13 giugno 1917 quando, in particolare, disse: “Non essere triste, il mio cuore immacolato sarà il rifugio e il cammino che ti condurrà a Dio”. Continueremo a pregare per tutti i malati e, in particolare, per quelli affetti dal covid con l’auspicio che la pandemia possa essere debellata al più presto”.
“La scelta di percorrere le stazioni della via Crucis attraverso le parole di San Giuseppe Moscati – aggiunge Stefania Antoci, psicoterapeuta e vicedirettore della Pastorale della salute – è stata particolarmente importante. I suoi commenti e le sue meditazioni hanno raggiunto e toccato corde molto delicate: amare la verità, amare la vita pur se pervasa di dolore, nell’incomprensione la forza di Dio ci sorregge, vivere con fede ed entusiasmo secondo gli insegnamenti genuini dei genitori, leggere non solo sul libro di medicina ma sul libro dei reparti, dei letti ospedalieri e dei malati che soffrono. La vita è un attimo ma non finisce con la morte, la vita è missione, dovere, a volte dolore e affidarsi è la via per non essere mai soli nel nostro cammino. A noi lo insegnano ogni giorno i pazienti e i loro familiari”.