Palermo – Le segreterie provinciali di Fillea, Filca e Feneal hanno chiesto un incontro al sindaco Lagalla per avviare immediatamente conteggi e procedure per riallineare le paghe a tutti i lavoratori del Coime.
La richiesta è stata inviata dalle tre organizzazioni sindacali, a seguito dell’accoglimento della sentenza della Corte di Cassazione sui riallineamenti retributivi per gli operai del Coordinamento interventi di manutenzione edile del Comune di Palermo.
“Finalmente giustizia è fatta. La decisione della Cassazione rafforza la sostanza di quelle che da anni sono state le nostre rivendicazioni da anni – dichiarano il segretario generale Fillea Cgil Palermo Piero Ceraulo, il segretario generale Filca Cisl Palermo Trapani Francesco Danese il segretario Feneal Uil Tirrenica Salvatore Puleo – Abbiamo sempre ribadito che il riallineamento delle retribuzioni edili era legittimo e che giudizi pendenti e interpretazioni errate da parte dei dirigenti del Comune hanno determinato una violazione pesante rispetto ai diritti dei lavoratori che operano per conto del Comune di Palermo. In tutti questi anni, le amministrazioni che si sono succedute hanno tralasciato, snobbato, sminuito un tema così importante come quello delle retribuzioni dei lavoratori”.
Adesso Fillea, Filca e Feneal chiedono il conto, perché dopo anni di note scritte, mobilitazioni, sit-in e occupazioni, con la partecipazione sentita di tutti i lavoratori, non accetteranno più “atteggiamenti fuorvianti” o “rinvii continui ad altri pareri istituzionali”, con rimpalli tra ufficio personale, ragioneria, Corte dei conti, Inps.
A tal proposito, oggi è partita la richiesta ufficiale per intimare al Comune di pagare quanto dovuto.
Nello specifico, dalla lettura della sentenza della Corte di Cassazione, secondo i sindacati emerge un principio inequivocabile: il blocco della contrattazione del pubblico impiego, estesa anche ai lavoratori edili, era legittimo. Ma venuta meno la validità del blocco, chiuso nel 2015, da quel momento in poi il Comune doveva riconoscere gli aumenti salariali che nel frattempo la contrattazione nel settore dell’edilizia aveva portato avanti.
“Pertanto, così come riporta il punto 5 della sentenza, non c’era nessun impedimento al riallineamento – aggiungono Ceraulo, Danese e Puleo – Addirittura, la Corte dei Conti territoriale ha anch’essa sbagliato nel comunicare al Comune che questo riallineamento non fosse dovuto. Pertanto la Cassazione, apre la strada a quella è che è sempre stata la rivendicazione delle organizzazioni sindacali. Ovvero: applicare i minimi retributivi previsti dal contratto ad oggi vigente a tutti i lavoratori”.
Fillea, Filca e Feneal fanno una prima analisi dei conti. Oggi i lavoratori del Coime sono circa 280, per lo più inquadrati tra il primo e secondo livello. Il Comune, nell’applicare il riallineamento, dovrà riconoscere almeno 1 euro/1,20 di differenza sulla paga base orario. Giornalmente un operaio, per otto ore di lavoro, maturerà tra 8 e 10 euro che, calcolati per un mese, diventano tra 160 e 180 euro lordi di differenza in più da riconoscere ad ogni lavoratore.
“A questo dobbiamo aggiungere il rinnovo del contratto dell’edilizia stipulato due giorni fa, che riconosce un aumento di 180 euro mensili al primo livello, con una prima tranche di 80 euro a partire dal primo febbraio 2025, 50 euro dal primo marzo 2026 e altri 50 euro da marzo 2027 – proseguono i segretari di Fillea, Filca, Feneal – In sintesi, dal mese di febbraio un operaio di primo livello dovrebbe ricevere un aumento lordo di circa 240 euro, tra riallineamento e rinnovo contrattuale. Che di questi tempi sono una vera boccata d’ossigeno. Inoltre, rispetto alla nuova retribuzione, bisognerà ricalcolare i contribuiti che devono essere versati all’Inps, gli accantonamenti per la Cassa edile. Per non parlare di coloro che sono già andati in pensione, che dovranno avere riconosciute le differenze sia retributive che contributive, che andranno a incidere sul calcolo del trattamento pensionistico”.
“Insomma una rogna, che il Comune avrebbe potuto evitare, e che arriva sia per responsabilità dell’amministrazione Orlando sia per responsabilità dell’amministrazione guidata da Lagalla, che ha comunque manifestato in parte qualche apertura al dialogo, che poi non ha prodotto risultati – aggiungono i segretari Fillea Cgil, Filca Cisl, Feneal Uil Ceraulo, Danese e Puleo – E lo diciamo perchè i costi del personale edile del Coime sono ancora oggi a carico dello Stato, fino a esaurimento. Il riallineamento delle differenze retributive poteva essere tranquillamente coperto attraverso la rendicontazione annuale che il Comune fa con lo Stato. Cosa che non è avvenuta e che oggi potrebbe fortemente pesare sui bilanci di cassa del Comune”.
“Auspichiamo in una convocazione immediata – concludono i sindacati degli edili – finalizzata a incassare il risultato, senza margini di trattativa. In tutti questi anni il silenzio assordante delle istituzioni e la mancata consapevolezza di una mera lesione dei diritti dei lavoratori edili ci restituisce l’immagine di una amministrazione lontana dalla dimensione di sofferenza economica vissuta dai lavoratori in questi anni”.