Palermo – Il 5 ottobre di 250 anni fa il re Vittorio Amedeo III di Savoia (1726-1796), nel riconsiderare i compiti da assegnare ai reparti addetti ai controlli doganali, pensò di dare origine ad una unità speciale destinata ad eseguire prioritariamente tale attività. Questo corpo, il primo in Italia ad espletare in tempo di pace compiti di vigilanza finanziaria, ovvero di vigilanza del “cordone doganale” sui confini; e in guerra, funzioni di supporto all’esercito di linea, assunse il nome di “Legione di Truppe Leggiere”. Il suo primo comandante fu un ufficiale di fanteria, il Colonnello Gabriele Pictet (1710-1782), nominato a svolgere l’incarico con atto del 5 ottobre 1774.
Per ricordare la nascita di questo “Corpo specializzato”, da cui trae origine l’odierna Guardia di Finanza, abbiamo chiesto al ricercatore storico Michele Nigro (1) di parlarci, seppur brevemente, dell’evoluzione di questa istituzione militare, parte integrante delle Forze armate, divenuta oggi una delle più importanti forze di Polizia economica e finanziaria a livello europeo, operante nel bacino del Mediterraneo.
«La Guardia di Finanza festeggia nell’anno in corso i suoi “primi” 250 anni di storia.
La sua nascita, infatti, è fatta risalire al 5 ottobre 1774 quando il re di Sardegna Vittorio Amedeo III costituì nell’ambito dell’Armata sarda, la “Legione truppe leggere”. Il neonato Reparto, posto sotto il comando del colonnello Gabriel Pictet, fu chiamato a svolgere un duplice e specifico incarico di vigilanza finanziaria e difesa militare dei confini dello stato.
Tra le prime azioni militari, ricordiamo le battaglie combattute sulle Alpi contro l’esercito repubblicano francese nel corso della Prima Campagna d’Italia di Napoleone Bonaparte.
In tale circostanza il Corpo si distinguerà in numerosi scontri tra i quali il più famoso fu la battaglia di Mondovì che vide la Legione, pur soccombente, ricevere l’onore delle armi per il valore dimostrato. Durante l’età Napoleonica la Legione verrà ridenominata prima “Legione Reale Piemontese” e, dopo la Restaurazione, “Legione Reale Leggera”. Quest’ultima riceverà in eredità le bandiere e le uniformi della progenitrice.
Proprio partendo dalla bandiera colonnella della Legione Reale Piemontese, formata da un drappo quadrato dai cui angoli si sviluppano delle lingue di fuoco, si trasse spunto per dotare nel 1875 il bavero delle uniformi del Corpo delle Guardie Doganali, di asole in panno giallo. Saranno queste, in seguito denominate “Fiamme Gialle”, che sotto forma di mostrine costituiranno l’indelebile segno distintivo di quello che diverrà il Corpo della Guardia di Finanza.
L’impiego della Legione Reale Leggera nei posti di confine, sarà condiviso con i Preposti doganali, e orientato verso la riscossione dei dazi e la repressione del contrabbando, a tutela dell’erario.
Nel 1821, in seguito anche ai moti carbonari sviluppatisi in molti degli Stati preunitari, la Legione reale, dopo una notevole riduzione organica, fu sciolta ed i suoi compiti trasferiti al Corpo dei Preposti doganali, organizzazione paramilitare con funzioni di vigilanza confinaria e doganale.
Nel 1848, durante le cinque giornate di Milano, formazioni di Finanzieri si schierarono con gli insorti battendosi accanitamente contro gli Austro-ungarici nello scontro di Porta Tosa. Del pari, nel 1849 molti Finanzieri dello Stato Pontificio passarono sotto le insegne della Repubblica Romana e combatterono onorevolmente, a Porta San Pancrazio, nella difesa della Città Eterna contro il Corpo di Spedizione Francese. L’Unità d’Italia vide riuniti i militi di Finanza dei singoli stati preunitari (dalle Guardie di Finanza di Parma e Modena, a quelle del Granducato di Toscana, agli appartenenti ai Dazj Indiretti del Regno delle Due Sicilie) nel “Corpo delle Guardie Doganali”, istituito nel 1862 e posto alle dipendenze del ministro delle Finanze. Il suo personale, destinato prioritariamente ad assolvere incarichi di tutela delle finanze pubbliche, in caso di conflitto, sarebbe stato mobilitato e impiegato nella difesa militare dello Stato in concorso con le altre Forze Armate. In tale ipotesi, tenuto conto del contingente di appartenenza (ordinario o di mare), i finanzieri avrebbero operato alle dipendenze dei ministri della Guerra e della Marina.
Con la legge dell’8 aprile 1881 il Corpo doganale cambierà denominazione assumendo il titolo di “Guardia di finanza”. La sua competenza sarà estesa a tutti i cespiti della finanza pubblica e previsto il suo concorso al mantenimento dell’ordine e sicurezza pubblica.
Dal 1892 acquisirà l’appellativo di “Regia” e otterrà l’equiparazione dei gradi con quelli dell’esercito.
Nell’anno 1906, il Corpo verrà dotato di uno Stato maggiore e di un Comando generale dal quale sarebbero dipese le unità territoriali articolate su comandi di: Legione territoriale e circolo, compagnie, tenenze e brigate, con una dislocazione presidiaria che sarà preludio ad un pieno inserimento tra le forze militari di guerra dello Stato. Tale aspirazione si concretizzerà con l’assegnazione delle “stellette” nel 1907 e la consegna della Bandiera di Guerra nel mese di giugno del 1914. La solenne cerimonia si svolse a Roma alla presenza di Vittorio Emanuele III.
Già dai primi anni del nuovo secolo il Corpo aveva istituito Depositi d’istruzione nei quali gli allievi finanzieri, di terra e di mare, si dovevano formare professionalmente per l’assolvimento dei compiti istituzionali.
Altra caratteristica della Guardia di Finanza sarà anche la presenza costante nelle zone colpite da gravi calamità naturali. Ne sarà prova in quel periodo l’intervento a Messina e nei territori limitrofi a favore delle popolazioni colpite dal sisma nel 1908.
Il battesimo del fuoco della Regia Guardia di Finanza avverrà agli albori del 1912 con la guerra Italo-Turca combattuta in territorio libico. L’impegno bellico, frutto di un notevole sforzo organizzativo e organico, proseguirà nel corso della Prima Guerra Mondiale con l’invio al fronte di diciotto battaglioni mobilitati e due compagnie autonome.
Sono gli uomini delle Fiamme Gialle a esplodere il primo colpo di fucile della Grande Guerra contro guastatori austriaci che, con intenti distruttivi, percorrevano il ponte di Brazzano nella notte tra il 23 e 24 maggio del 1915. Seguiranno innumerevoli scontri sui vari fronti che porteranno al Corpo significativi riconoscimenti ma anche tante e gravi perdite umane. Alla fine del conflitto, su circa 12000 uomini impiegati, più di 1700 perderanno la vita in battaglia o per altre cause concomitanti mentre circa 2700 subiranno ferite o mutilazioni.
Tra le prime vittime del conflitto vogliamo ricordare il Maggiore Giovanni Macchi, nativo di Novara di Sicilia (Messina), decorato con medaglia d’argento al valor militare, comandante del XX battaglione, immolatosi sul Pal Piccolo in un impari scontro contro preponderanti truppe austriache.
Per rammentare una tra le più indicative azioni compiute nel corso del conflitto, il 21 giugno di ogni anno la Guardia di Finanza celebra la propria festa del corpo.
In quel fatidico giorno, nell’anno 1918, i finanzieri impegnati nella “Battaglia del Solstizio” attraversarono, con gravi perdite, il Piave e vi stabilirono una solida testa di ponte che consentì alle nostre truppe di sfondare il fronte nemico e proseguire l’avanzata fino a Vittorio Veneto, propiziando così la definitiva sconfitta austriaca.
Cessato il conflitto, il Corpo procederà alla riorganizzazione interna e all’incremento degli organici, che erano stati ridotti di un terzo a seguito della smobilitazione. Ciò nell’ottica di assolvere con efficacia i compiti conseguenti l’estensione del territorio nazionale e l’istituzione di nuovi cespiti fiscali.
È da rilevare che, anche nel corso delle ostilità, un’aliquota di militari aveva continuato a svolgere sul territorio e fuori i confini nazionali, i propri compiti finalizzati a mantenere attive le entrate dello Stato necessarie a sostenere la gravosa economia di guerra.
Grazie all’aumento del personale e memore delle esperienze maturate, la Guardia di Finanza, costituirà nel 1923 il Nucleo di polizia tributaria investigativa. Unità specializzata che attraverso lo studio dei fenomeni criminali nel settore economico-finanziario, interveniva pianificando specifici interventi volti alla prevenzione e repressione dei reati finanziari.
Anche nei possedimenti coloniali, il Corpo svolgerà con efficienza sia compiti prettamente finanziari, sia azioni militari autonome o congiunte con le altre forze armate. Tra i vari conflitti ricordiamo, per le complesse dinamiche di guerra, quello etiope del 1936/37.
Dopo varie incertezze dettate dall’opportunità di aderire o meno al conflitto in corso, il 10 giugno del 1940 l’Italia entrerà in guerra e la Guardia di Finanza mobiliterà i suoi uomini con l’invio ai vari fronti di 18 battaglioni, più le unità del naviglio.
Rimarranno attivi, così come nel precedente conflitto, i presidi territoriali sia in Italia sia nei domini d’oltremare.
Nei vari teatri di guerra, in terra e per mare, il Corpo parteciperà ai combattimenti meritando la concessione di tantissime ricompense al valore sia agli uomini sia ai reparti sia alle unità navali. A ciò seguirà l’inevitabile elenco di vittime che porterà lutto e dolore tra tante famiglie di finanzieri.
Dopo tre anni di guerra, la notte tra il 9 e il 10 luglio del 1943 gli “Alleati” sbarcheranno nella Sicilia sud-orientale (nome in codice operazione Husky) e completeranno l’occupazione dell’isola il successivo 17 agosto. La firma dell’armistizio a Cassibile e la sua diramazione effettuata l’8 settembre, porranno fine all’infausta alleanza con le forze dell’Asse.
Il conflitto proseguirà ancora per altri due anni e la nuova alleanza con gli anglo-americani provocherà la dura reazione dei tedeschi che condurranno violente e dure rappresaglie nei confronti dei militari italiani. L’emanazione di ambigue direttive del governo retto dal generale Pietro Badoglio provocheranno lo sbandamento e la dissoluzione delle forze armate italiane. Seguirà la costituzione della Repubblica Sociale, la nascita della Resistenza e la cobelligeranza con i nuovi alleati. In questo momento critico, anche per opposizione alle leggi razziali volute dal regime fascista, tanti finanzieri lotteranno, a rischio della propria vita, per sottrarre ai tedeschi migliaia di persone destinate a soccombere nei campi di concentramento d’oltralpe. Per tale motivo alcuni di quei finanzieri sono stati iscritti, tra i Giusti fra le nazioni del Museo Yad Vashem di Israele.
Il 2 giugno del ’46 il referendum nazionale segnerà la scelta degli italiani di un governo repubblicano.
Lo sviluppo del contrabbando e di altri illeciti finanziari, mai arrestatisi, troverà terreno fertile nell’Italia del dopoguerra e toccherà alla Guardia di Finanza contenere la diffusione esponenziale di tali fenomeni. L’emanazione d’idonei provvedimenti legislativi e l’adeguamento strutturale e operativo del Corpo ne miglioreranno l’efficienza e la reattività sfruttate nell’opera di contrasto alle fenomenologie criminali. Importanti risultati saranno conseguiti nella lotta all’evasione fiscale, all’elusione, al contrabbando e quelli condotti contro la criminalità organizzata di stampo mafioso, al fine di aggredire i cospicui patrimoni in tal modo illecitamente accumulati. Significativi anche gli interventi diretti alla prevenzione e repressione del traffico di tabacchi lavorati e di sostanze stupefacenti e psicotrope, delle truffe, dei fenomeni corruttivi, dei reati contro la pubblica amministrazione e delle tante altre violazioni perpetrate a danno della legalità e della finanza pubblica.
La Guardia di Finanza, come in precedenza evidenziato, non esplica unicamente attività investigative: non possiamo non citare gli interventi svolti, ieri come oggi, a salvaguardia delle vite umane nei diversi teatri operativi ed in aiuto alle popolazioni colpite da catastrofi o calamità naturali.
Questo lungo viaggio nel tempo e la partecipazione della Guardia di Finanza agli eventi storici che in 250 anni hanno fondamentalmente cambiato l’Italia non potevano certo passare senza essere degnamente celebrati. Una speciale ricorrenza che il Corpo ha scelto di condividere con la collettività organizzando numerose manifestazioni che hanno visto:
Il coinvolgimento delle scuole in progetti di legalità e di conoscenza dell’istituzione;
Lo svolgimento di conferenze storiche per illustrare l’evoluzione del Corpo e il valore delle sue tradizioni;
L’esposizione di preziosi cimeli e documenti che ha consentito ai visitatori di rivivere, in un viaggio virtuale nel tempo, varie e significative vicende storiche nazionali;
L’esibizione della banda che ha piacevolmente intrattenuto il pubblico con concerti di altissimo livello musicale.
Per concludere possiamo dire che oggi la Guardia di Finanza è un corpo di polizia economico-finanziaria al passo con i tempi, che ha saputo evolversi e modernizzarsi, addentrandosi nell’uso delle nuove tecnologie, nell’ottica di svolgere efficacemente e con competenza il poliedrico ruolo consegnatogli dalla Nazione e dall’Europa nella tutela dei comuni interessi economici e legali».
Bibliografia e sitografia:
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Meccariello Pierpaolo, Finanza di mare, dalle scorridore ai pattugliatori, Roma, Editalia, 1994.
Autore anonimo, La Guardia di Finanza dalle origini ad oggi, Roma, Editalia SPA, 2003.
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Giuseppe Longo 2015, 241° anniversario della fondazione del Corpo della Guardia di Finanza, Cefalunews, 22 giugno.
https://storiamilitarewwii.blogspot.com
Pubblicazioni:
Calendario storico della Guardia di Finanza anno 2024, edito dall’Ente Editoriale per il Corpo della Guardia di Finanza in Roma, testi di Paolo Mieli.
Foto di copertina:
Uniformi dei Finanzieri dal 1774 al 1934.
Foto a corredo dell’articolo:
I Finanzieri nelle Cinque Giornate di Milano.
Le cartoline illustrate, a corredo del testo, fanno parte della collezione privata dell’autore della ricerca storica.
Nota:
(1) CURRICULUM VITAE DEL S.TEN. (c.a.) MICHELE NIGRO
Sottotenente in congedo della Guardia di Finanza, vive a Palermo, nel corso della carriera ha ricoperto incarichi operativi vari a Trieste, presso i locali Comandi della ex 13ª Legione e Regionale Sicilia.
Nel corso dell’anno 2019 è stato insignito del titolo di “Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana”.
Riveste, in atto, la carica di Sindaco della Sezione A.N.F.I. (Associazione Nazionale Finanzieri d’Italia) di Palermo ed è socio della Sezione ANMI cittadina.
Ha pubblicato, sul sito interno della Guardia di Finanza e sulle riviste del Corpo “Il Finanziere e Fiamme Gialle”, vari articoli sulla costituzione e sviluppo di alcuni reparti con sede a Palermo e sull’attività della Finanza in Sicilia in diversi periodi storici.
Sulla rivista dell’ANMI (Associazione Nazionale Marinai d’Italia) ha recentemente narrato la biografia di un marinaio e le peripezie affrontate nel corso della II Guerra Mondiale.
È stato curatore e organizzatore di diverse mostre inerenti la Guardia di Finanza, tra le quali: “Le operazioni di soccorso della Guardia di Finanza nella Valle del Belice, gennaio 1968”; “La caserma Cangialosi, 160 anni con la divisa e 64 in grigio verde”; “La Guardia di Finanza dall’Unità d’Italia alla Repubblica”; “Evoluzione storica della Caserma Cangialosi dai primi del ‘900 ad oggi” ed altre di diverso carattere, quali: “La Sicilia dei Russi”, “L’anima dei Corpi”, “Il filo della memoria, dalla Grande Guerra alla Resistenza”, “1915/1918 -Isola delle Femmine non dimentica”,, “Mariannina Coffa Caruso 2.0 Resurrection” e “Pace e Sicurezza. Le missioni militari di pace italiane all’estero”.
Tra le pubblicazioni ricordiamo: “Sulle tracce dei russi in Sicilia. Cronache ed itinerari dei viaggiatori russi dal ‘700 al ‘900”, “La Sicilia dei Russi”, “La Resistenza e i Siciliani”.
Ha collaborato, quale consulente storico, con gli autori di alcuni libri tra i quali “Duecento anni di Fiamme Gialle all’ombra dell’Etna”, “1943 – Il martirio di un’Isola” e, per ultimo, “Le Fiamme Gialle nella Caserma M.O.V.M. Giuseppe Gangialosi”.
Ha curato i testi del volume “La mia vita, le mie battaglie” e “Un segugio a caccia di bionde” di Leonardo Gentile.
Ha pubblicato articoli, sempre a carattere storico-militare, su alcuni quotidiani locali e su giornali on line.
Possiede una significativa collezione fotografica e documentale sulla Guardia di Finanza e svariate foto su altri corpi armati italiani e stranieri riferibili al loro impiego nei due Conflitti Mondiali.
Dal Consolato Russo per la Sicilia e Calabria, ha ricevuto due diversi riconoscimenti; il primo per il contributo fornito al consolidamento dei legami del Sud Italia e la Russia ed il secondo per la consulenza storica sui rapporti e le relazioni intercorse nel tempo tra quel paese e la Sicilia.
Da parte dell’Associazione culturale “Suggestioni Mediterranee” ha ricevuto il premio “Siciliani di Pregio”.
Giuseppe Longo