Palermo – “Firmare l’accordo significava decidere che in cambio di 250 euro i lavoratori rinunciassero, senza essere consultati, a qualsiasi altro diritto, impedendogli di poter decidere effettivamente sul proprio futuro”.
La Filcams Cgil Palermo, in una nota, risponde a quanti non hanno condiviso la decisione del sindacato di non firmare l’accordo con Reset sottoscritto con le altre sigle lo scorso 5 dicembre.
“Abbiamo sentito e letto di tutto in merito alla posizione della Filcams Cgil Palermo. Per queste ragioni, abbiamo ritenuto utile fare alcune precisazioni”, dicono il segretario generale Giuseppe Aiello e il segretario Cgil Palermo Dario Fazzese, che ripercorrono la storia sin dalle origini, quando nel 2014 fu sottoscritto un accordo con la Gesip spa, in fase fallimentare, con lo scopo di salvare le posizioni occupazionali dei tanti lavoratori che avrebbero rischiato, finiti gli ammortizzatori sociali, ovvero la cassa integrazione, di ritrovarsi disoccupati.
“L’accordo prevedeva il congelamento degli scatti di anzianità e la momentanea rinuncia ai rapporti a tempo pieno, così da consentire alla nascente Reset la possibilità di abbattere alcuni costi in fase di avviamento della nuova società. Per questi motivi – continuano Aiello e Fazzese – il ripristino del tempo pieno e degli scatti era da considerarsi un atto dovuto e un diritto sacrosanto di tutti i lavoratori e non, come oggi si vuol far credere, una concessione per la quale il lavoratore debba essere obbligato a rinunciare a diritti individuali acquisiti nel tempo. Il tutto subordinato ad un generico impegno assunto dal Comune di Palermo e senza il quale, malgrado la rinuncia del lavoratore, non si sarebbe proceduto al riconoscimento degli scatti e dell’aumento delle ore”.
Nel mese di agosto ci sono stati degli incontri che però non hanno mai portato ad una sintesi condivisa. Motivo per il quale, il 30 novembre, la Filcams aveva chiesto qualche giorno di tempo per una serie di approfondimenti e per indire un’assemblea, nella quale verificare la volontà degli stessi dipendenti. Possibilità che è stata di fatto negata.
“L’accordo inoltre non prevede una soluzione che garantisca il recupero della differenza degli scatti congelati a quei lavoratori che andranno in pensione in meno di 5 anni – aggiungo i segretari Filcams e Cgil Aiello e Fazzese – Firmare tale accordo avrebbe voluto dire accettare che i diritti conquistati nazionalmente fossero subordinati alla volontà esclusiva dell’azienda, oltretutto senza la certezza che tali impegni potessero effettivamente garantire il tempo pieno e il recupero degli scatti”.
“I lavoratori della Reset – concludono Giuseppe Aiello e Dario Fazzese- continuano a subire un trattamento sperequativo rispetto alle altre partecipate del Comune di Palermo e, in nome del piano di riequilibrio, è come se ancora una volta venissero messe le mani in tasca a questi lavoratori. La Filcams Cgil Palermo continuerà ad impegnarsi in ogni sede, anche legale, affinché questi diritti siano riconosciuti a tutti i dipendenti che abbiano o meno deciso di sottoscrivere l’accordo individuale imposto”.