Lettera del segretario Cgil Palermo Ridulfo al sindaco e al prefetto
Palermo – Lettera aperta del segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo al sindaco di Palermo Roberto Lagalla e al prefetto Massimo Mariani sulle proposte di modifica avanzate dal governo al Codice degli Appalti pubblici.
Proposte, attualmente in discussione in Parlamento, che rischiano di compromettere trasparenza, legalità e tutele per le condizioni materiali e la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori che la Cgil rappresenta.
Per questo, nel documento, il segretario Cgil Palermo Mario Ridulfo lancia l’allarme, in relazione agli emendamenti al decreto Legislativo in questi giorni al vaglio della Conferenza Stato-Regioni e del Consiglio di Stato, che si sono già espressi segnalando diverse problematiche, nonché delle competenti commissioni parlamentari.
“Il settore gli appalti pubblici – scrive Ridulfo nelle due distinte lettere inviate questo pomeriggio al sindaco e al prefetto – è da sempre un settore delicato e a rischio di possibili interferenze anche di natura illegale e finanche criminale, tanto per quanto riguarda gli appalti di lavori che quelli legati a servizi e forniture e nella nostra città coinvolge migliaia di lavoratrici e lavoratori”.
“Da questo punto di vista il vigente Codice, pur con alcuni limiti, ha segnato una importante evoluzione, presa a riferimento anche in sede europea, per il pieno rispetto di tutte le garanzie e diritti di derivazione legale e contrattuale – aggiunge Ridulfo – In particolare in materia di corretta applicazione dei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro, di obblighi in capo alla stazione appaltante e all’operatore economico, di parità di tutele economiche e normative, di obbligo all’applicazione del medesimo Ccnl lungo la catena dei subappalti, di rispetto delle clausole sociali etc. Con un importante effetto anche di legalità indotta, essendo oramai evidente che dove vi è il pieno rispetto dei diritti sociali, la piena valorizzazione delle stesse caratteristiche qualitative delle imprese, dell’organizzazione del lavoro, della funzione finanche di rappresentanza delle organizzazioni sindacali e datoriali, vi è più controllo sociale e più difficoltà nell’affermarsi di fenomeni di illegalità, concorrenza sleale, irregolarità, corruzione, infortuni gravi o mortali”.
Le proposte avanzate dal governo per modificare il codice degli appalti andranno invece, osserva la Cgil Palermo, in tutt’altra direzione. “C’è soprattutto il rischio concreto di ridurre tutele e diritti di migliaia e migliaia di lavoratori, anche nel nostro territorio, favorendo forme di dumping sociale e di concorrenza sleale di fatto ‘legalizzata’ – prosegue Ridulfo -In particolare, oltre a favorire ulteriormente affidamenti diretti e senza gara, ampliare il ricorso ai subappalti, abrogare il rating di legalità, cioè un indicatore sulla reputazione delle imprese, con le nuove norme rischia di venire meno la corretta applicazione dei contratti collettivi nazionali di lavoro firmati dalle organizzazioni realmente rappresentative”.
Tra le modifiche proposte dal governo ci sono infatti le attualo norme che obbligano all’applicazione dello specifico contratto nazionale e territoriale in base alla attività svolta oggetto dell’appalto e firmato dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative.
“Se passasse la nuova norma – prosegue Ridulfo – si potrebbero invece applicare Ccnl con meno tutele e salari più bassi, in base alla dimensione o alla natura giuridica dell’impresa. O, ancora, si potranno applicare Ccnl diversi da quelli indicati dalla stazione appaltante anche se, su molti istituti normativi – dall’orario di lavoro alle ferie, dagli straordinari alla formazione per fare alcuni esempi – abbiano degli scostamenti in peggio, violando anche il principio della legge delega che stabilisce la parità di tutele economiche e normative”.
Le nuove norme proposte poi inseriscono così tanti e contraddittori indicatori per definire quale CCNL sia legittimo in base alla rappresentatività dei firmatari che anche molti contratti, oggi firmati da sindacati gialli o da associazioni di imprese con pochissimi aderenti e non riconosciuti come “comparativamente più rappresentativi”, da domani- è la paura della Cgil – potrebbero essere ritenuti validi, a danno dei lavoratori ma anche delle imprese serie.
Preoccupazioni simili sono state sollevate, anche recentemente, dalle principali associazioni datoriali a partire da Confindustria, Confcommercio, Abi, Centrali Cooperative.
“Tutto questo – continua il segretario Cgil Palermo Mario Ridulfo – produrrà poi ancora più incertezze normative, ampliando la discrezionalità ma anche la responsabilità, soggettiva ed oggettiva, dei vari amministratori locali e dei vari responsabili unici del progetto (Rup), rendendo più difficile da parte delle stazioni appaltanti gestire l’affidamento di servizi o appalti di opere, senza correre il rischio di un aumento dei contenziosi legali nonché, per quanto ci riguarda, di vertenze anche di natura sindacale. Aumenteranno altresì le possibili “pressioni” sui singoli responsabili pubblici con tutto ciò che ne potrebbe conseguire”.
Per tutte queste ragioni, la Cgil chiede nella fattispecie al sindaco di Palermo di confermare il recente accordo siglato con i sindacati il 2 agosto scorso, in materia di appalti pubblici, volto a garantire qualità e tutela del lavoro, salute e sicurezza, crescita qualitativa delle imprese, servizi e lavori efficienti a vantaggio della collettività.
Al primo cittadino la Cgil Palermo chiede di trasmettere le preoccupazioni e le criticità evidenziate ai rappresentanti dell’Associazione nazionale dei Comuni Italiani (Anci) in funzione del ritiro delle proposte di modifica del Codice Appalti e per aprire un tavolo di confronto serio con le organizzazioni realmente rappresentative del mondo del lavoro e dell’impresa. E al prefetto Mariani, la Cgil chiede, in qualità di rappresentante territoriale del governo, di trasmettere le perplessità e le proposte del sindacato ai rappresentanti dell’esecutivo con l’esplicita richiesta di ritirare le proposte di modifica del Codice degli Appalti e di aprire un tavolo con le organizzazioni del mondo del lavoro e dell’impresa.