Venezia – ‘Expats’ a Venezia in Età Moderna. Una popolazione fluttuante. Convegno internazionale. Studiosi internazionali a convegno nell’Isola di San Giorgio Maggiore: una rara occasione per conoscere le storie di chi a Venezia sceglieva di abitare, cercava opportunità di lavoro e una nuova vita.
Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore, Fondazione Giorgio Cini
Convegno:
‘Expats’/”Foresti’. Straniere/i a Venezia in Età Moderna. Una popolazione fluttuante (18 – 20 novembre).
Deputazione di Storia Patria per le Venezie
Fondazione Giorgio Cini – Istituto di Storia della Società e dello Stato Veneziano
Università di Rouen Normandie
Università Ca’ Foscari Venezia
«Musicisti inglesi, mercanti balcanici, banchieri fiorentini, diplomatici spagnoli e poi studiosi, viaggiatori e pellegrini, uomini e donne in fuga: la Venezia multiculturale, metropoli europea, in Età Moderna è stata capace di attirare una folla di ‘expats’.
Occasione per indagare a fondo quelle storie che si sono intrecciate in laguna è il convegno internazionale che si terrà dal 18 al 20 novembre 2024, nell’Isola di San Giorgio Maggiore: ‘Expats’ / ‘Foresti’. Straniere/i a Venezia in Età Moderna. Una popolazione fluttuante. Il convegno nasce dalla collaborazione tra l’Istituto di Storia della Società e dello Stato Veneziano della Fondazione Giorgio Cini, la Deputazione di Storia Patria per le Venezie, l’Università di Rouen e l’Università Ca’ Foscari Venezia.
Egidio Ivetic, direttore dell’Istituto di Storia della Società e dello Stato Veneziano della Fondazione Giorgio Cini: «È un’opportunità per tornare a ragionare sul mondo di Venezia, una protagonista consapevole e sicura del suo essere particolare tra gli orizzonti d’Europa e del Mediterraneo. Grande è la forza d’attrazione che la città ha emanato per secoli su un’impressionante varietà di genti, grande la sua fama. Venezia era capace di avere il mondo in casa e rimanere sempre sé stessa, di accogliere le diversità e di imporsi come modello di cultura e civiltà ed era simile in questo solo a Costantinopoli».
Gian Maria Varanini, medievista, presidente della Deputazione veneta di Storia Patria per le Venezie, spiega che «il convegno vuole mostrare – una volta di più – quanto sia da rivedere il mito di una ‘decadenza’ di Venezia in età moderna. Attraverso l’analisi di una lunga serie di esperienze, individuali o collettive, studiosi italiani, francesi, spagnoli, tedeschi, greci, inglesi testimoniano l’attrattività della metropoli lagunare: la Venezia cinque-settecentesca è ancora e sempre un melting pot nel quale le culture si incrociano e si incontrano. E oggi, resta un luogo ove gli studiosi di diverse nazionalità si incontrano e dialogano».
Il tema del convegno
Il tema del convegno è da tempo oggetto di attenzione della ricerca storica, ma questa è la prima occasione per fare il punto sulle ricerche più recenti e rara opportunità di conoscere da vicino le tante storie di stranieri che sceglievano Venezia per vivere, qui trovavano opportunità di lavoro e rifugio se in fuga.
Racconta Anna Bellavitis, docente di Storia moderna e co-direttrice della Scuola di dottorato all’Università di Rouen Normandie: «Nel 1494, Philippe de Commynes, ambasciatore del re di Francia a Venezia, scrive: «La majeure partie du peuple est étrangère». Nel 1581, Francesco Sansovino definisce Venezia «una stantia frequentata da molte genti d’ogni lingua e paese». Oggi potremmo dire che la maggior parte delle persone che a Venezia si incontrano per strada sono ‘foresti’, ma per la maggior parte si tratta di turisti, spesso ‘mordi e fuggi’, che popolano in modo effimero la città svuotata dei suoi residenti. Invece, tra il XVI e il XVIII secolo, Venezia è ancora una città popolosa, economicamente vivace, socialmente diversificata e culturalmente aperta, che attira mercanti e imprenditori, artisti e artigiani, ma anche esuli religiosi e politici. Anche all’epoca diventarne ufficialmente “cittadini” non è impresa facile, ma si può però accedere alle sue risorse, sfruttare le occasioni che offre, organizzarsi in ‘nazioni’ e ‘comunità’ e godere di privilegi e riconoscimenti significativi».
Le ricerche saranno presentate da venti studiosi nel corso di quattro sezioni: nazioni, comunità, esili; alterità e dissensi religiosi; strutture, istituzioni e intermediazioni; biografie».
Diplomatici, comunità, viaggi e biografie
«La Venezia presentata al convegno è prima di tutto un centro di diplomazia: Elisa Andretta (CNRS) e José Pardo Tomas (CSIC, Barcellona) parleranno delle figure d’ambasciata di Spagna; Alessia Ceccarelli (Università di Roma-La Sapienza), della presenza genovese in laguna; Katerina B. Korrè (Università di Patrasso), di mercenari orientali; Alana Mailes (Trinity College, Cambridge) della comunità di musicisti inglesi. Due le ricerche sui fiorentini: i mercanti-banchieri (Isabella Cecchini, CNR) e gli esuli dopo il crollo della repubblica nel 1530 (Igor Melani, Università di Firenze).
La città si reggeva sulla convivenza e l’interazione di comunità: quella dei tedeschi, ad esempio, protagonisti in questo hub del commercio internazionale (Magnus Ressel, Università di Brema); i ‘turchi’, ovvero i mercanti balcanici (Marija Andric, Istituto di Storia di Belgrado); i moriscos, mussulmani convertiti, in fuga dalla Spagna (Bruno Pomara Saverino, Università di Valencia). In questo mondo cosmopolita, racconterà Rachele Scuro (Università Ca’ Foscari Venezia), gli ebrei del Ghetto agivano come intermediari tra le varie comunità di foresti. Mario Infelise (Università Ca’ Foscari, Venezia), invece, metterà a fuoco la figura di Frédéric de la Trémoille, tra calvinisti e libertini.
Ma come poteva funzionare una città così complessa dal punto di vista sociale e culturale? Jean-François Chauvard (Università di Parigi 1) si concentrerà sul viavai di stranieri; Rosa Salzberg (Università di Trento) ci farà entrare nelle ‘case condivise’; Sandra Toffolo (Università di St Andrews) parlerà del flusso di pellegrini. Venezia è anche una città rifugio per chi si trova in esilio (Massimo Galtarossa, Università di Padova) e crocevia di ambigui testimoni, garanti e informatori (Teresa Bernardi, Università di Padova) e pure di falsari (Francesco Zambonin, Università di Parigi 1).
Venezia è un catalogo di biografie singolari che qui si sono incrociate, come Dominikos Theotokópoulos raccontato dalla studiosa indipendente Claudia Terribile o i gesuiti studiati da Flavio Rurale (Università di Udine). Despina Vlassi (Società Dalmata di Storia Patria) porterà il caso di un mercante greco che faceva la spola tra la sua casa in città e quella in campagna. Vittorio Mandelli (studioso indipendente), racconterà la figura straordinaria di Giustiniana Wynne e del suo matrimonio col patrizio Andrea Memmo».
Fondazione Giorgio Cini, Isola di S. Giorgio Maggiore, Venezia
Info:
Ingresso libero fino a esaurimento posti
Web: www.cini.it
Giuseppe Longo