Cirino, Flc: “In altre città italiane, come Catania, Bologna e Firenze, il costo è minore”. Il sindacato pronto a sostenere i ricorsi di un centinaio di aspiranti docenti
Palermo – E’ polemica sui percorsi universitari di formazione iniziale dei docenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado da 60 CFU. La Flc Cgil Palermo contesta nel merito la scelta dell’Università di Palermo di far pagare ai corsisti la cifra massima di 2.500 euro. Il 31 scadevano i termini di pagamento.
La Flc Cgil Palermo sta supportando oltre 100 corsisti, che si sono rivolti al sindacato. Sono iscritti ai Percorsi universitari di formazione iniziale dei docenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado da 60 Cfu, dell’Università di Palermo e in possesso dei 24 Cfu conseguiti entro il 31 ottobre 2022.
“Abbiamo condiviso – spiega il segretario generale Flc Cgil Palermo Fabio Cirino – la necessità, da loro stessi avanzata, di una proroga dei termini di scadenza per il pagamento della seconda rata, prevista per il 15 ottobre e di una contestuale richiesta di pagare 2 mila euro per il corso anziché 2.500, come richiesto da Unipa”.
Il sindacato ha apprezzato l’iniziale apertura del rettore che, in seguito a interlocuzioni e dietro una formale richiesta scritta dei corsisti, aveva concesso un rinvio del termine di pagamento della seconda rata al 31 ottobre, anche per effettuare degli approfondimenti in materia.
“Ma siamo rimasti delusi dalla risposta dell’amministrazione – aggiunge Cirino – Come riportato nella richiesta dei corsisti, chi ha già conseguito i 24 Cfu entro il 31 ottobre 2022, dovrebbe pagare massimo 2 mila euro, cifra che è comunque sotto il tetto massimo dei 2.500. Spiace rilevare invece che al di là del nome del corso da 60 Cfu o da 36 Cfu (non ancora avviati), il Dpcm in questione fissa il tetto massimo di 2.500 euro, che verrebbe pienamente rispettato, anzi è in piena osservanza con il decreto, così come fatto dalle Università di Pisa, Catania, Trieste, Bologna, Firenze, Udine, Siena e Università per Stranieri di Siena, che hanno applicato tale riduzione, entro il tetto massimo (come previsto dall’art. 12, comma 2, del Dpcm 4 agosto 2023)”.
“Per noi – prosegue il segretario Flc Cgil Palermo Cirino – resta una scelta politica sbagliata, che già contestammo nel giugno del 2023 in occasione dei corsi Tfa di sostegno, che a Palermo costavano 3.700 euro quando nelle università di Firenze costava 2.500, mentre a Genova o Bari 2.800. Oggi come allora contestiamo questa ‘Autonomia Differenziata’, a totale svantaggio degli studenti palermitani, senza entrare nel merito della qualità del servizio offerto, del cui livello sarebbe opportuno chiedere ai diretti interessati”.
L’università di Palermo ha precisato che il riconoscimento dei 24 Cfu non comporta una riduzione del costo del corso, perché l’iscrizione rimane comunque per il percorso da 60 Cfu: “Il riconoscimento totale dei 24 Cfu – spiegano – per quanti sono iscritti al percorso 60 Cfu, come previsto delle Faq ministeriali pubblicate in data 12 luglio 2024, comporta esclusivamente una riduzione dei Cfu da conseguire e delle relative ore di frequenza, ma non una riduzione dei costi, in quanto l’offerta formativa e il percorso di riferimento sono riconducibili ai 60 Cfu.”
“Senza entrare nel merito giuridico della questione, che si rimanda ai legali, contestiamo la scelta politica di far pagare il corso in quanto l’offerta formativa e il percorso di riferimento sono riconducibili ai 60 Cfu, a detta dell’amministrazione, e in osservanza della normativa che disciplina i percorsi abilitanti, apportando solo una riduzione dei Cfu da conseguire. E’ come far pagare il nome o la marca del corso 60 Cfu, erogandone, nei fatti poi solo 36”.