Lucca – Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani, intende ricordare la figura di Francesco Fortugno, assassinato dalla ‘Ndrangheta il 16 ottobre del 2005 mentre si recava al seggio delle primarie dell’Ulivo nell’androne di Palazzo Nieddu del Rio in corso Vittorio Emanuele a Locri attraverso le parole del giovane studente Uljanov Piotr Walter Migale della classe II sez. D del Liceo scientifico “Filolao” di Crotone.
“Francesco Fortugno è stato uno delle tante vittime della mafia, nato a Brancaleone il 15 Settembre del 1951 e morto a Locri 16 ottobre del 2005. Lui fu un politico italiano, assassinato mentre svolgeva l’incarico di vicepresidente del consiglio regionale della Calabria. Nel 1975 si laureò in medicina, specializzandosi in chirurgia, e lavorò come medico generale a Reggio Calabria fino a che non mosse i primi passi in politica nella Democrazia Cristiana con cui sarà eletto consigliere comunale nel 1985 nel suo paese.
Nel 1992 divenne vicesegretario delle Democrazia Cristiana e dopo aderì alla corrente di Mino Martinazzoli che lo indusse a entrare nel partito popolare di Gerardo Bianchi e aderire al centrosinistra. Divenuto primario ospedaliero, fu anche professore all’università di medicina di Catanzaro. Nel 1996 fino al 1998 fu assessore a Reggio Calabria e dal 1999 fino al 2001 fu vicesindaco di Locri e Giuseppe Lombardi sindaco. Nel 2001 divenne consigliere regionale e nel 2005 fu eletto con la Margherita vicepresidente del consiglio regionale della Calabria.
Il 16 ottobre del 2005 fuori dal seggio allestito allestito nel palazzo Nieddu per le primarie dell’Unione venne ucciso con 5 colpi di pistola alle 17:30. Ancora oggi il motivo è sconosciuto.
Il 3 ottobre del 2012 tutti i colpevoli dell’omicidio furono arrestati e ebbero l’ergastolo.
A mio parere, fu un grande uomo e politico e la sua scomparsa per mano mafiosa avvenuta proprio quando raggiunse l’apice della sua carriera politica mi crea un senso di dispiacere perché avrebbe potuto fare tanto anche per la Calabria e per il nostro territorio che da sempre è terra di omertà, quindi terreno fertile per le organizzazioni malavitose. Alla mafia non conviene che un territorio come la Calabria evolva perché perde la sua roccaforte, per questa ragione uomini come Francesco Fortugno che possono portare allo sviluppo e all’ emancipazione di un territorio vanno eliminati.”
È importante oggi ricordare nelle aule scolastiche uomini come Francesco Fortugno e le tante vittime innocenti delle mafie perché significa parlare ai ragazzi del ruolo attivo dei cittadini e del modo di operare dello Stato. Esempi come Fortugno vanno commemorati nelle scuole per far capire agli studenti la forza dell’impegno morale e i valori civici che ognuno dovrebbe custodire.
Dilatiamo, quindi, il tempo del ricordo e facciamo in modo di non arrivare, ogni anno, inconsapevoli al 16 ottobre. Educhiamo i nostri ragazzi al vivere civile e ai valori della legalità.
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani rileva come il progetto “#inostristudentiraccontanoimartiridellalegalità” stia diffondendo tra le giovani generazioni volti, storie, episodi veramente straordinari per la loro valenza educativa.
Prof. Romano Pesavento
Presidente CNDDU