Ad ucciderla una lenza con amo conficcato all’interno: bastava portarla a terra e consegnarla alla Capitaneria di Porto per salvarla
Cinisi (Pa) – Una tartaruga del genere Caretta caretta è stata avvistata morta nell’arenile della bella spiaggia di Magaggiari a Cinisi.
Dopo il bellissimo evento della nascita delle tartarughine nel nido a Torre Pozzillo, a pochi chilometri di distanza da Magaggiari, oggi una segnalazione pervenuta al network tartarughe del WWF Sicilia Nord Occidentale ha allertato i volontari in zona che sono accorsi per verificare il ritrovamento e compilare la scheda scientifica del ritrovamento e comunicare lo stesso alla Capitaneria di Porto di competenza, rispettando i protocolli in vigore.
Purtroppo la tartaruga si presentava spiaggiata e morta, da qualche giorno in mare, trascinata dalle correnti a riva, sicura vittima di pesca illegale o lenze abbandonate da pescatori senza scrupoli. Una lenza doppia entrava direttamente in gola allo sfortunato rettile ingoiando il grosso amo e l’esca che lo conteneva.
Non è più tollerabile un atteggiamento simile da parte di chi dovrebbe proteggere le creature marine perchè loro fonte economica ma solo se il mare è in equilibrio naturale possono continuare a farlo. La Caretta caretta è un’amica dei pescatori non una nemica, mangia più che altro meduse e piccoli crostacei nel fondo marino e fintanto questo non entra nel cervello di quei pochi ignoranti, che ancora lasciano in mare le tartarughe ferite, ne pagano le conseguenze i pescatori onesti e sensibili al mare, come dovrebbero essere tutti.
Se conoscessero meglio le regole e la specie non le abbandonerebbero in mare incontro a sicura morte, commettendo un reato penale, queste stupende creature marine sono infatti protette da protocolli internazionali come specie in pericolo di estinzione.
Infatti se per caso si trova una di queste specie allamate o nelle reti il pescatore ha l’obbligo di portarle a riva e consegnarle alla Capitaneria di Porto di pertinenza che allerterà un centro di recupero per le cure del caso, cosi’ facendo non commettendo alcun reato anzi diventando un paladino della protezione delle specie. Già questo avviene in tanti porti pescherecci siciliani ma a quanto pare dalle nostre parti poco importa della vita di questi rettili fantastici e amici dei nostri fondali. Ignoranza e superficialità infatti stanno devastando i nostri mari: palangari, cannizzi, reti fantasma, lenze abbandonate di professionisti o sportivi stanno depauperando le già ridotte quantità di specie marine pregiate e importanti per l’equilibrio ecologico del Mediterraneo.
Basta !
Il WWF da 50 anni a questa parte cerca e cercherà in tutti i modi di sensibilizzare il mondo della pesca affinché si faccia, è il caso di dirlo, un “cambio di rotta” non in mare ma verso atteggiamenti sani e consapevoli per un futuro della pesca sostenibile e rispettosa per l’ambiente marino e le specie che lo vivono.