Trento – Con istanza depositata in Procura a Trento dall’avvocata Aurora LoPrete, le associazioni di protezione animale Leal e Leidaa hanno chiesto il sequestro conservativo dell’orsa KJ1, di cui la Provincia autonoma, con tutta evidenza, sta preparando l’abbattimento, tramite decreto del presidente Maurizio Fugatti, di fatto eludendo il (temporaneo) divieto imposto dal Tribunale regionale di giustizia amministrativa. Si profila infatti il bis di quanto accaduto nel febbraio scorso con M90: firma del decreto e abbattimento, in poche ore, di un animale giù radiomarcato e quindi facilmente individuabile, senza neppure consentire un controllo di legalità sul provvedimento del presidente della PAT.
Le associazioni chiedono il sequestro conservativo “almeno fino alla data del 5 settembre 2024, fissata per la discussione in camera di consiglio dinanzi il Collegio del TRGA di Trento, nominando quale custode la medesima Provincia Autonoma di Trento per il tramite anche del Corpo Forestale Trentino”. La Provincia sarebbe dunque responsabile della vita e del benessere dell’orsa e dei suoi cuccioli anche in relazione a possibili atti di bracconaggio (non nuovi sul territorio). Il sequestro si rende necessario, argomentano Leal e Leidaa, per evitare che siano commessi due reati, puniti rispettivamente dagli articoli 544bis e 388 del codice penale: uccisione di animale senza necessità (si tratta peraltro di specie particolarmente protetta) e mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice.
“È invero pacifico – si legge nell’istanza – che le condotte sistematicamente poste in essere dalla Provincia autonoma di Trento siano tali, anche nel tempo, da mirare ad aggirare gli obblighi di legge e finanche il rispetto delle pronunce amministrative che, puntualmente, sono intervenute a cassare gli atti amministrativi adottati (cioè le due ordinanze “contingibili e urgenti” per l’abbattimento dell’orsa). Il che è esattamente quanto si avvia a verificarsi nel presente caso, tenendo conto che il presidente della Provincia mira fin troppo all’evidenza ad aggirare le ordinanze già rese di recente dal TRGA Trento con il chiaro meccanismo, ormai consolidato, di annullamento di precedenti ordinanze e riproposizione di nuovi, istantanei, ordini di abbattimento”.