Speciale Tex Willer “Stella d’Argento”: la croce sul petto del selvaggio West

In edicola dal 18 di luglio il numero 8 dello Speciale di Tex Willer, dal titolo “Stella d’Argento”, edito da Bonelli, sceneggiatura e soggetto di Giorgio Giusfredi, disegni di Pasquale Del Vecchio, copertina di Maurizio Dotti.

Tex Willer – Stella D’Argento – pag.7
Tex Willer – Stella D’Argento – pag.14
Tex Willer – Stella D’Argento – pag.32
Tex Willer – Stella D’Argento – pag.49

La stella d’argento. Un simbolo; un segno di riconoscimento e di distinzione; serviva a designare i ranger e a renderli individuabili in mezzo a un’accozzaglia di personaggi più o meno equivoci, pronti a farsi giustizia in modo approssimativo. Un giovanissimo Kit Karson dà veramente importanza a quel pezzo di metallo per i valori che rappresenta, senza mai diventarne schiavo; soprattutto dello strapotere che potrebbe emanare, un po’ come l’anello di Frodo, in un mondo in cui al prepotente di turno, e nell’albo lo troviamo, basta davvero poco per ergersi a capo incontrastato. Un giovanissimo Karson ha già capito quello che conta realmente e in nome dei suoi principi, in una galoppata epica attraverso il tempo e lo spazio, come un cavaliere antico, da romanzo cortese, affronterà mille pericoli per far trionfare la giustizia, per salvare vite umane e dedicare un ultimo pensiero a chi aveva compreso davvero la sua tempra da subito. Ancora nuove sfaccettature per il non ancora “capelli d’argento”: rappresentato prode, nobile e impavido come solo Giorgio Giusfredi sa restituircelo, mediante avventure intensamente emozionanti che dischiudono aspetti inusitati e vibranti. Un personaggio che, con le dovute attenzioni, non stancherà mai di sorprendere.

La trama è complessa e riesce ad abbracciare un lungo periodo temporale con le giuste ellissi, efficaci per creare suspence senza impoverire la struttura narrativa. I dialoghi tra i personaggi sono concisi e densi: non c’è bisogno di aggiungere troppe parole in un contesto di forte intensità emotiva.

I disegni di Pasquale Del Vecchio sono veramente interessanti e oscillano dal realismo ruvido, alla rappresentazione allucinata degli squarci onirici di Karson. Bellissimi i primi piani, molto espressivi nel cambiamento dei tratti somatici, dovuto ovviamente al tempo inesorabile che passa.

Maurizio Dotti realizza una copertina assolutamente in linea con i meriti di un albo veramente interessante e godibile da leggere: un Karson fiero e pensoso ha in mano la sua fedele colt, l’altra, temibile, faccia della stella d’argento.

Romano Pesavento

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