Proposta di studio di riconversione del fabbricato viaggiatori Stazione Fara in Sabina

Rieti – Pubblichiamo la “Proposta di studio dell’Associations Européenne des Cheminots” di riconversione del fabbricato viaggiatori stazione di Fara in Sabina a cura dell’Ing. Michele Antonilli e del Gen. B. (ris) Mario Pietrangeli.

«Proposta di studio dell’Associations Européenne des Cheminots – AEC – di riconversione del fabbricato viaggiatori stazione Fara in Sabina per farci anche un Centro Internazionale di AEC per gli studi ferroviari.

RFI del Gruppo FS nell’ambito di un accordo nazionale sottoscritto con l’Associazione dei Comuni Italiani può disporre la cessione in comodato d’uso gratuito dei suoi immobili non più utilizzati (prevalentemente delle Stazioni) ai Comuni.

In questo accordo potrebbero rientrare, anche, il Fabbricato della Stazione di Fara in Sabina e la Torre Idrica (a cento metri in direzione sud della Stazione) siti in Passo Corese – via Garibaldi (la Stazione), nei pressi di via XXIV Maggio (la Torre). Di seguito saranno descritti i seguenti argomenti:

Storia della linea Settebagni – Orte (linea su cui insiste la citata stazione)

Descrizione del piano terra dell’immobile FS che sarà acquisito;

Descrizione della Proposta di Progetto del Punto di Riferimento Turistico Culturale della Sabina e della Valle del Tevere;

Proposte relative alla gestione del Punto di Riferimento.  

Breve Storia della Linea Settebagni – Orte (linea su cui insiste la citata stazione). Nel panorama di progetti ferroviari del 1845 presi in esame dalle autorità dello Stato Pontificio, veniva data la priorità ad una linea trasversale Transappenninica che avrebbe collegato i mari Adriatico e Tirreno, mettendo in comunicazione Ancona e Bologna con Firenze, e questa città con Pisa e Livorno; inoltre erano allo studio collegamenti da Ancona a Roma e da Roma a Firenze.

Tale politica doveva mutare indirizzo nel 1846 con l’elezione a Pontefice di Pio IX (Giovanni Maria dei Conti Mastai Ferretti), che il 14 luglio 1846, a pochi giorni dall’elezione, nominò una “Commissione consultiva per le strade ferrate.

Contrariamente quindi alle opinioni generali che richiedevano un collegamento diretto di Firenze con Roma, lo stato Pontificio farà della dorsale Ceprano – Roma – Orte – Foligno – Ancona, – Bologna – Ferrara, un punto fermo della politica ferroviaria tanto da chiamarla la via “Pio Centrale”.

Infatti, nel maggio del 1856 (dopo più di venti anni dalla costituzione della prima strada ferrata in Italia) il governo dello Stato Pontificio decise di affidare alla Società Casavaldès la concessione di costruzione della linea Roma – Ancona.

La suddetta società nel medesimo 1856 si trasformerà in “Société Générale des Chemins de fer Romains”.  Una linea, quella da Roma ad Ancona, per Orte, Terni e Foligno, che, nonostante tutte le migliori intenzioni, avrebbe avuto una gestazione lenta e difficile, passando attraverso una trafila di speculazioni, di convenzioni, di “fusioni”, e per giocoforza venne sorpresa dagli eventi politici del Risorgimento. Nel 1860, infatti, gli Stati della Chiesa si trovarono ad essere circondati da ogni parte del Regno d’Italia. 

Quando i binari cominciarono a muoversi nella voluta direzione, partendo da Roma Termini ove gli impianti ferroviari erano sistemati alla meglio, in attesa della grande stazione, e dopo aver abbandonato del tutto l’idea di ubicazione a Porta Angelica, si dovettero affrontare problemi difficili di ordine politico più che tecnico.


Il 12 dicembre 1866, viene saldato il tratto Foligno – Perugia – Ponte S. Giovanni. Il primo treno può ormai collegare direttamente Roma con Firenze attraverso Terni, Foligno, Perugia, Cortona ed Arezzo. Il collegamento ferroviario fra le due capitali era finalmente da considerarsi un fatto compiuto. Mancavano quattro anni all’unità d’Italia, unità che il nuovo mezzo di locomozione aveva anticipato collegando ferroviariamente fra loro le due Capitali. Con il completamento della linea Roma – Firenze, via Foligno, si era compiuto il 12 dicembre del 1866 un grande passo nel collegare il nord con il centro-sud della Penisola. Descrizione del Piano Terra dell’Immobile FS attualmente adibito a Stazione. Il Piano Terra della Stazione FS è composto da sei vani (di cui 5 da acquisire a meno del sesto vano corrispondente alle scale di accesso al piano superiore) procedendo da nord a sud o da sinistra verso destra. Esso consta di:

Centrale Telefonica: attualmente è costituita da pannelli adibiti ai collegamenti telefonici fra le varie Stazioni FS;

Ufficio del Titolare della Stazione (Capo Stazione Titolare): Il suo arredo è per ora costituito da due armadi in legno FS degli anni ’60 del secolo scorso e una scrivania nello stesso stile

Sala d’Aspetto con sedili e orari ferroviari;

Magazzino Piccole Merci: non arredato e attualmente in disuso

Ufficio del Dirigente al Movimento; è la parte principale della Stazione, dove facevano servizio i Capi Stazione e i Manovratori composto da:

Blocco Elettrico Manuale (BEM) – Istrumento di Blocco 

Tale apparecchiatura serve per chiedere e ricevere il consenso (o meno) al transito di un treno al fine di mantenere il distanziamento di sicurezza fra i vari i treni. Tramite la manovra delle leve dell’Istrumento viene richiesto e concesso il consenso all’inoltro del treno. Sulla linea, all’inizio ed alla fine della Sezione, vi sono dei pedali che vengono azionati direttamente dal treno e segnalano l’occupazione e la liberazione della sezione da parte del treno stesso.

ACE a Leve Individuali: l’Apparato Centrale Elettrico a leve individuali, identificato con l’acronimo ACE, è un apparato centrale di manovra degli scambi e dei segnali di una linea ferroviaria, che utilizza la corrente elettrica per la trasmissione del comando del moto di manovra. Tale tipo di apparato viene denominato semplicemente Apparato Centrale Elettrico (da cui la sigla ACE). 

Le operazioni necessarie per ricevere un treno in una stazione consistono nell’azionamento delle leve necessarie a disporre nella posizione voluta gli scambi, nella chiusura dei passaggi a livello interessati, nell’azionamento della leva del segnale di protezione che si disporrà a via libera per l’ingresso. L’ingresso del treno in stazione o nel binario predisposto provocherà l’occupazione del circuito di binario, la disposizione a via impedita del segnale superato e, inoltre, lo sblocco delle leve prima vincolate che potranno essere rimesse in posizione di riposo, per una successiva manovra.

Quadro di Segnalazione Luminosa (noto come Vedetta): è’ collocato davanti all’ACE (Apparato Centrale Elettrico) nella parte superiore; in questo quadro è riportata la pianta della stazione con la situazione del sistema di segnalazione, tale apparato è collegato ai precedenti sistemi di controllo della circolazione; inoltre l’Ufficio del Dirigente al Movimento è arredato con mobili e scrivanie anni ’60, sono presenti anche due computer; di particolare interesse è la biglietteria con l’Armadio Biglietti. 

Proposta di realizzazione di un Punto Turistico Culturale della Sabina e della Valle del Tevere I citati vani (del piano terra) potrebbero essere adibiti a Punto Turistico-Culurale mantenendo gli Apparati e Arredi originali (a meno della Centrale Telefonica che dovrà essere liberata da tre pannelli su sei per realizzare uno spazio espositivo per esporre vari telefoni ferroviari che nel tempo si acquisiranno da donazioni e acquisti), in particolare:

Gli Uffici del Titolare del Dirigente al Movimento e dei Dirigenti al Movimento (Capi Stazioni) manterranno tutti gli Apparati e gli Arredi Originali; tali spazi potrebbero essere utilizzati anche per esporre cimeli ferroviari e pubblicazioni varie inerenti le ferrovie. Tale spazio potrebbe  il cuore delle attività ferroviarie del Punto Turistico-Culurale in quanto ivi potrebbe aver luogo il progetto “Capo Stazione per un Giorno” dedicato alle scuole, dove Personale FS in pensione (ancora da individuare) spiegherà ai ragazzi le funzioni di un capo Stazione e il regolamento sulla circolazione dei treni (tale Progetto potrebbe anche essere svolto, in collaborazione con AEC – Ferrovieri Europei – www.aecitalia.org e altri Enti quali  il Collegio Ingegneri Ferroviari Italiani di Roma – CIFI www.cifi.it; l’Alleanza Mobilità Dolce – AMODO, www.mobilitàdolce.net – nonché l’Associazione Ferrovieri del Genio ANFG www.assogenio.it ) e il Dopolavoro Ferroviario (DLF);     

La Sala d’Aspetto potrebbe essere, (oltre che a esposizione permanente di cimeli e di foto ferroviarie della linea Orte – Settebagni di alcuni collezionisti locali), a Sala per Conferenze, per seminari, presentazioni di Libri, per Riunioni varie, Sala Espositiva per Mostre temporanee d’Arte (Pittura, Scultura) di Artigianato Locale, e Mostre di Prodotti Enogastronomici Locali; 

Il Magazzino Piccole Merci si presterebbe ad essere utilizzato quale Archivio Fotografie Storiche sul Territorio Sabino e a Laboratorio per la digitalizzazione delle citate foto .

Proposta d’Impiego della Struttura denominata Torre Idrica FS. Una volta ristrutturato, il piccolo spazio potrebbe essere utilizzato come sale espositiva per ricordare Giuseppe Garibaldi (e il Risorgimento Sabino) che nel novembre del 1867 partì da Passo Corese, nelle vicinanze della Torre, per la Battaglia di Mentana e poi vi ritornò dopo la sconfitta e prese il treno dall’attuale Stazione per il nord. Ricordiamo che nel 2020 sarà il 150° Anniversario di Roma Capitale.  Conclusioni In considerazione di quanto sopra esposto possiamo sintetizzare la proposta come un grande progetto per il territorio basato sui seguenti settori principali:

Attività didattica ferroviaria per gli studenti;

Sala/e Espositiva/e per Cimeli e Fotografie Storico/Ferroviarie;

Sala Mostre e Convegni;

Fototeca Attrezzata (Collezione Foto Comunali);

Sala espositiva relativa al ricordo di Giuseppe Garibaldi (Bottino d’Acqua)”».    

Ing. Michele Antonilli, Gen. Mario Gen Pietrangeli.

Ph. Stazione di Fara Sabina-Montelibretti, Foto di Alessandro Antonelli.

Giuseppe Longo

Qualis eligere