Lucca – Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani si unisce oggi alla commemorazione di Pietro Morici, carabiniere scelto e originario, il capitano Mario D’Aleo e l’appuntato Giuseppe Bommarito assassinati dalla mafia la sera del 13 giugno 1983 in via Scobar di Palermo ricordando l’importante valore della Arma dei Carabinieri nella nostra società. I tre carabinieri erano impegnati in una serie di indagini su attività imprenditoriali, riciclaggio, traffico di droga che portava alla famiglia Brusca di San Giuseppe Jato. Erano probabilmente vicini a conoscere i nomi dei mandanti di alcuni omicidi importanti e autorità losche. Tutto ciò minava l’organizzazione di Cosa Nostra e di molti “equilibri”.
Riteniamo importante oggi onorare in modo commosso la memoria di chi crede nei valori dello Stato e della legalità e di chi con molta difficoltà per gli enormi rischi quotidiani che comporta il proprio ruolo decide di continuare nella ricerca di una verità a volte scomoda e spesso fatale. Sono uomini e donne che hanno combattuto e combattono per portare giustizia anche nei territori più travagliati.
Il CNDDU, un gruppo di docenti che nasce all’interno scuola pubblica, ritiene opportuno valorizzare nelle aule scolastiche l’impegno e la dedizione delle nostre Forze dell’ordine che oggi potrebbero essere sottolineati mediante il dialogo avvenuto nel 1981 tra Enzo Biagi e il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa.
“Enzo Biagi: Generale Dalla Chiesa, perché un giovane decide di diventare un ufficiale dei carabinieri? Generale Dalla Chiesa: “Certamente perché crede e perché ha bisogno di continuare a credere”. Enzo Biagi: “Ma che qualità deve avere un ragazzo che intende entrare in quest’Arma?” Generale Dalla Chiesa: “Certamente deve avere anche una carica di contenuti tale da affrontare sacrifici e rinunzie con la consapevolezza che tutto viene proiettato nella difesa dello Stato, delle Istituzioni e di quella stessa collettività da cui lui proviene.”
Prof. Romano Pesavento
Presidente CNDDU