I proclami dei Carnevali di Firenze e Termini Imerese: Giuseppe Patiri e la Toscana

Firenze – Il Carnevale di Termini Imerese lo scorso febbraio ha compiuto ben 148 anni, un bel traguardo, per questo vegliardo! Il termitano Giuseppe Patiri (1846 – 1917), storico locale, paletnologo, ed etnologo, senza alcun dubbio fu l’anima della detta manifestazione folkloristica che, alla luce delle recenti ricerche documentarie ed iconografiche è una filiazione dell’antico Carnevale di Palermo. Intensi e reciprocamente cordiali furono i rapporti epistolari che il nostro concittadino intrattenne con Salvatore Salomone Marino, medico e folclorista (1847 – 1916), fondatore, con Giuseppe Pitrè (1841 – 1916) dei moderni studi demologici in Italia. E, per l’appunto, anche con il palermitano Giuseppe Pitrè (1), noto etno-antropologo, padre della scienza folkloristica in Italia che, per la stesura del suo “Usi e costumi, credenze e pregiudizi del popolo siciliano” scelse il poligrafo Patiri come suo referente di fiducia a Termini Imerese. Ma non furono solo questi gli unici studiosi, con cui il Patiri ebbe frequenti note di corrispondenza. Ce furono tanti altri e più di molti altri che furono esponenti di spicco nel panorama culturale degli inizi del XX secolo scorso.

Il connubio tra “Carnevale di Palermo e Termini Imerese” lo avevamo già abbondantemente sviscerato precedentemente, scrivendone ampiamente sulla testata giornalistica online Cefalunews (2). Soprattutto, abbiamo messo in rilievo il fortunoso ritrovamento del “Programma”, della originaria «Società del Carnevale» (3) sempre a cura del nostro benemerito Patiri. E, peraltro, abbiamo ribadito fermamente che l’evento carnascialesco termitano non è altro che l’erede diretto di quello che fu l’antico Carnevale di Palermo.

Tuttavia, un’altra analogia, o per meglio dire un assioma, viene a collegarsi strettamente con i nostri studi tematici. Infatti, durante le mie ricerche ho rinvenuto casualmente, con mia grande gioia, il proclama carnevalesco (dimensioni del foglio volante: cm 27 x 39,5) riguardante il Carnevale di Firenze, annunciato dal «gran REGOLO STENTERELLO» il 30 gennaio 1871 per la «Gran Società». Il nutrito programma comprendeva: la sfilata di 4 carri; una fiera; una tombola; una fiera con la degustazione dei brigidini, pasticcini e vini; 3 veglioni; un festone con balli; l’assegnazione del Gran trofeo dell’abbondanza: prosciutti, capponi coteghini [sic, cotechini], zampini, tordi, fagiani pernici, folaghe, fiaschi di vino, bottiglie di spumante; grandi cuccagne. Infine, con l’ultima sera di carnevale a «Piazza S. M. Novela» [sic], il principale slargo veniva addobbato con […] Milioni e Milioni di lumi di Fiaccole, e di Moccoli […].

La maschera di Stenterello fu ideata alla fine del Settecento dall’attore teatrale e capocomico Luigi Del Buono (1751 – 1832) che l’impersonificò fino a tarda età. La manifestazione carnascialesca, che si svolse nella provvisoria sede del governo d’Italia, fu sospesa dal 1873. Firenze, da molti riconosciuta come capitale della cultura e dell’arte, fu, infatti, Capitale del Regno d’Italia per sei anni, dal 3 febbraio 1865 al 3 febbraio 1871.

Il personaggio carnascialesco tipico fiorentino, secondo le testimonianze di Pirro Maria Gabrielli (1643 – 1705) e Pellegrino Artusi (1820 – 1911), fu l’ultima maschera della commedia dell’arte antica (4); ed ebbe la sua notorietà nel periodo che va tra la fine del XVIII, e per l’intero XIX secolo.

Faccio mie le notizie pervenutemi degli eredi del Patiri, che calzano magnificamente (5) con il documento rinvenuto: «Giuseppe Patiri è stato più volte nella città di Firenze, considerato che lì viveva la principessa Dora d’Istria (pseudonimo della duchessa Elena Ghica, figlia di Mihail Ghica, uomo politico di primo piano tra il 1834 ed il 1842, nonché fratello del principe di Valacchia). La principessa acquistò questa villa nel 1870, ribattezzandola per l’appunto villa d’Istria, oggi non più esistente, al suo posto degli orribili palazzi, però di quello che era il parco della villa è rimasto ed arrivato a noi un piccolo giardino, dove si trova una targa a lei intitolata. Giuseppe Patiri aveva una grande devozione per la Principessa Dora d’Istria, non è da escludersi fosse più di un’amicizia, dato il tono affettuoso della corrispondenza privata, e tra l’altro lei gli fece il regalo di pubblicargli dei racconti, che ovviamente le erano pervenuti in via del tutto riservata dal Patiri».

E’ in questo contesto di interrelazioni Sicilia-Toscana che ben si sposa e spicca l’assonanza tra i due documenti cartacei (proclami) esaminati. La somiglianza armonica con il proclama fiorentino del 1871 è rilevata in alcuni tratti dai toni e dalle locuzioni che utilizza il Patiri, il quale a mio avviso, importò lo stile del “comunicato” toscano, facendolo proprio nel vergare la minuta del suo proclama datato 1876.

Purtroppo, dobbiamo amaramente constatare che a Termini Imerese la figura del nostro Patiri è caduta nell’oblio, dimostrando la poca attenzione che questa città rivolge verso i suoi figli più illustri, dimenticandoli inesorabilmente, mentre dovrebbero essere additati come esempio imperituro per i posteri. Non è stato giammai dato il giusto merito di uomo intellettualmente eclettico al nostro studioso (6). A malapena gli fu intitolata una stradina, e fu allestita nel Museo Baldassare Romano, una sezione di archeologia preistorica, nella quale sono esposti alcuni dei suoi rinvenimenti comprendenti oggetti preistorici provenienti dal riparo sotto roccia del Castello, nell’attuale Serpentina Paolo Balsamo. Il resto è finito nel nulla, finanche il merito di aver di aver contribuito abbondantemente alla creazione nella cittadina imerese (come sulle orme di quella palermitana) della prima ed irripetibile “Società del Carnevale”.

In realtà, è stato visto come un personaggio “scomodo”, la cui celebrazione, per la sua reale importanza, avrebbe determinato il crollo, come un castello di carte, di tutte le “favole” e “miti” inconsistenti, abbondantemente e ripetutamente propinate al vasto pubblico, come se fossero oro colato, circa una immaginosa presunta “storia” del carnevale termitano. Infatti, la nota kermesse è stata spacciata (7) per “Il più antico di Sicilia”. Senza che vi sia stato un minimo presupposto, e senza alcun fondamento storico probante (8). Una propaganda “commerciale” studiata a tavolino. Un atteggiamento avventato, un entusiasmo condito di troppa infantile faciloneria. Tale definizione, inoltre, ha finito per infastidire persino i carnevali di Sciacca e Acireale, creando malumori, rivendicazioni di primato e di priorità, nonché determinando divisioni campanilistiche che non sono stati affatto utili. Invece, un approccio coeso tra i carnevali siciliani avrebbe potuto contribuire all’ascesa del turismo carnascialesco, contribuendo fattivamente alla rivalutazione della nostra Isola.

Intanto, questi sedicenti storici (che oramai di questa vicenda ne hanno fatto una questione del tutto personale) con l’avallo di alcune consorterie, continuano come in passato a cercare consensi anche a livello “politico” pur di crearsi una aura di verità, senza possederne nemmeno un barlume.

Capisco che la città sia attanagliata dalla crisi economica che affligge il resto d’Italia. Ciò nonostante, ammonisco che se si vuole rilanciare il sistema produttivo turistico locale, bisogna puntare sulle autentiche e comprovate attrattive storiche che sicuramente il nostro territorio può ben offrire e che invece, spesso sono trascurate se non abbandonate all’incuria ed al degrado. E’ inutile trincerarsi in uno “slogan effimero”, riecheggiando il fascino di una “leggenda”: come alla stessa stregua mitologica di “Nessie”, ovvero il mostro di Loch Ness, in Scozia.

Note:

(1) Giuseppe Longo 2020, Alla scoperta di un’inedita lettera di Giuseppe Patiri indirizzata a Giuseppe Pitrè. Cefalunews il 16 aprile.

(2) Giuseppe Longo 2016, Le Società carnascialesche di Palermo e di Termini Imerese. Cefalunews il 2 febbraio.

(3) Giuseppe Longo 2017 “Proclama” del 1876 di Giuseppe Patiri per la Società del Carnovale, in Termini Imerese. Cefalunews il 7 ottobre.

(4) https://biblio.toscana.it/

(5) Giuseppe Longo 2018, Ritrovato il disegno preparatorio del logo dell’antica “Società del Carnevale” in Termini Imerese. Cefalunews il 21 marzo.

(6) Giuseppe Longo 2022, Giuseppe Patiri: Esempio elevato d’amor patrio e ‘secura’ signorilità termitana. Cefalunews il 13 dicembre

(7) Giuseppe Longo 2023, Il nuovo imperativo del 2023: buttiamo un quarantennio di fake news sul Carnevale di Termini Imerese!. Cefalunews l’11 gennaio.

(8) Giuseppe Longo 2023, Carnevale di Termini Imerese: la fiaba obsoleta dei Napoliti, con una nostra retrodatazione all’Epigravettiano superiore. Cefalunews il 25 gennaio.

Bibliografia e sitografia:

Carnevale a Firenze, https://www.comune.fi.it/dalle-redazioni/carnevale-firenze

Stenterello, https://biblio.toscana.it/argomento/Stenterello

Stenterello, https://it.wikipedia.org/wiki/Stenterello

Stenterello Film Festival, il primo festival del cinema italiano dedicato alla commedia d’autore, https://www.stenterellofilmfestival.it/

www.cefalunews.org

Giuseppe Longo 2016, I “Nanni” dei carnevali di Palermo e Termini Imerese. Cefalunews il 5 Febbraio.

Giuseppe Longo 2016, Enrico Onufrio ed il Carnevale palermitano tra primo e secondo Ottocento. Cefalunews il 18 agosto.

Giuseppe Longo 2016, Il Carnevale di Palermo nelle pagine di Carlo Collodi. Cefalunews il 29 Dicembre.

Giuseppe Longo 2017, Carnevale di Termini Imerese 1963: Marilyn Monroe cambia carro… Cefalunews, 17 Marzo.

Giuseppe Longo 2020, Il francobollo dedicato al Carnevale di Termini Imerese e Giuseppe Patiri totalmente dimenticato. Cefalunews il 22 agosto.

Giuseppe Longo 2022, Palermo 1931. I Nanni di Carnevale arrivano ai Quattro Canti. Cefalunews il 16 Febbraio.

Giuseppe Longo 2022, La Società del Carnevale di Palermo e il gran pranzo di beneficenza al Politeama Municipale. Cefalunews il 19 febbraio.

Giuseppe Longo 2023, Il Carnevale di Palermo nel 1931, la rinascita. I primi carri nella sfilata in centro e le premiazioni. Cefalunews il 21 febbraio.

Giuseppe Longo 2020, Giuseppe Patiri non finisce mai di sorprenderci: ritrovato lo schizzo originario del logo della primigenia “Società del Carnevale” in Termini Imerese. Cefalunews il 9 agosto.

Giuseppe Longo 2023, Carnevale Termitano anni ’60. Il carro “Matrimonio impossibile”, succedaneo di quello Viareggino “Le nozze con i fichi secchi”. Cefalunews il 15 febbraio.

Giuseppe Longo

Qualis eligere