Palermo – Illustrato in Prefettura dagli stessi lavoratori il progetto per la costituzione di una cooperativa per gestire in prima persona le cave confiscate alla mafia. Presenti all’incontro, il vice prefetto, l’Agenzia beni confiscati, Confcooperative, gli amministratori giudiziari, i sindacati Fillea Cgil e Fiom Cgil, la Filca Cisl, e una rappresentanza dei lavoratori.
“Oggi è emersa la volontà concreta dei lavoratori, che stanno scommettendo sul loro futuro, essendo i primi protagonisti di questo percorso. All’incontro – spiegano il segretario generale Fillea Cgil Palermo Piero Ceraulo e il segretario generale Fillea Cgil Palermo e Sicilia Francesco Foti – abbiamo chiesto di condividere con la struttura prefettizia il processo avviato già da più di un anno, che vede il coinvolgimento dei 45 lavoratori delle cave confiscate alla mafia e della società di service Orima. Di questi, 21 edili faranno parte direttamente della cooperativa e gli altri, tra edili e metalmeccanici, entreranno come dipendenti. La cooperativa acquisirà il bene aziendale in comodato d’uso e continuerà l’attività lavorativa. Garantendo soprattutto la continuità occupazionale di tutti i lavoratori”.
All’incontro era presente una rappresentanza dei lavoratori edili delle cave Consona, Giardinello e Buttitta Giuseppe, dei lavoratori metalmeccanici della Orima service, che nelle cave si occupano della manutenzione dei mezzi e dei reparti amministrativi.
L’appuntamento di oggi in Prefettura chiude una serie di incontri voluti dalle organizzazioni sindacali, che hanno visto un’interlocuzione costante con la sede di Palermo dell’Agenzia dei beni confiscati, gli amministratori, ai quali i sindacati riconoscono un grande lavoro di gestione del bene “che oggi gode ottima salute” e con Confcooperative, con le quali sono state condivise una serie di valutazioni e considerazioni.
“Il lavoro svolto – aggiunge il segretario Fillea Ceraulo – ha portato i soggetti al tavolo a condividere un intento comune: creare le basi di un percorso per creare sviluppo e occupazione attraverso la legalità. Finalmente si riesce a concretizzare quanto in questi anni è stato previsto e non sempre attuato con due strumenti normativi come la legge Rognoni La Torre e la legge 109 del 96 sulla destinazione dei beni confiscati alla collettività. Abbiamo chiesto ai soggetti un ulteriore elemento di garanzia per i lavoratori ovvero di definire dei protocolli di legalità con le stazioni appaltanti, che svolgeranno nella provincia di Palermo grandi opere del Pnrr, e che consentiranno alla costituenda cooperativa un importante supporto di start up”.
Esprime soddisfazione anche la Fiom. A essere tutelati, grazie alla cooperativa degli edili, saranno quindi anche tutti e 13 i lavoratori metalmeccanici che svolgono la manutenzione dei mezzi e l’amministrazione contabile aziendale. “Per tutti i lavoratori lo statuto della cooperativa prevede che siano garantiti i livelli occupazionali, con i diritti salariali e contrattuali acquisiti nel tempo – continua il segretario Fiom Francesco Foti – Questo vuol dire, che tutti i lavoratori metalmeccanici della società Orima avranno garantito l’attuale carico di lavoro, lo stipendio e i diritti e potranno proseguire il loro percorso di lavoro”.