Progetto “#inostristudentiraccontanoimartiridellalegalità” , Il clan dei Casalesi uccide l’imprenditore Domenico Noviello 

Lucca – Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani intende ricordare la figura dell’imprenditore Domenico Noviello, assassinato a Castel Volturno in provincia di Caserta dal clan dei Casalesi il 16 maggio 2008, attraverso l’elaborato della studentessa Erika Pirillo della classe III sez. G del Liceo Scientifico Filolao di Crotone.

Domenico Noviello aveva deciso di contrastare il fenomeno del pizzo; purtroppo, come accade spesso quando ci si oppone alle prevaricazioni, si rimane isolati e senza protezione. Infatti, nonostante rischiasse molto gli era stato revocato anche il porto d’armi. La ferma determinazione di Domenico non poteva essere lasciata impunita perché chi si ribella non diventi un modello di riferimento per gli altri. Fu firmata la condanna a morte. Venne insignito nel 2009 della Medaglia d’oro al valor civile.

“Il 16 maggio del 2008 venne ucciso Domenico Noviello a Castel Volturno, in Campania. Mentre era a bordo della sua macchina sei sicari lo raggiunsero e gli spararono. Fu vittima di un agguato camorristico; ma perché proprio lui? Non era legato alla mafia, anzi era un uomo onesto, era un imprenditore e anche proprietario di una scuola guida. Nel corso degli anni a San Cipriano d’Aversa, la zona in cui abitava, il clan dei Casalesi aveva cercato di prendere il predominio sul territorio, iniziando ad usare la violenza e intimidendo vari imprenditori e commercianti.

È stato ucciso proprio per essersi sottratto al pizzo e aver denunciato gli estorsori. Da lì iniziarono a essere più frequenti le minacce da parte di quest’ultimi, tanto che, per un primo periodo, la sua famiglia divenne oggetto di attenzione da parte delle autorità. Per difesa personale gli venne concesso il porto d’armi, successivamente non rinnovato, e, di conseguenza, si ritrovò maggiormente esposto alla criminalità organizzata, la quale era sempre più intenzionata a vendicarsi nei suoi confronti. Domenico, a differenza degli altri, aveva deciso di ribellarsi, di non abbassare la testa e di denunciare le ingiustizie che stava subendo. La sua tragica morte ci porta a riflettere su come, ancora una volta, anche persone innocenti vengano coinvolte dalla criminalità rimettendoci la vita; però ci insegna soprattutto a non essere succubi, a essere determinati e pretendere giustizia. Domenico Noviello non è semplicemente una persona scritta in una lista di vittime della mafia; è una persona che con tenacia ha dato voce a tutte quelle persone che per paura hanno preferito rimanere in silenzio.”

Il CNDDU invita nuovamente gli studenti e i docenti ad aderire al progetto #inostristudentiraccontanoimartiridellalegalità. Gli elaborati possono essere segnalati al CNDDU che li renderà visibili sui propri canali social (email: coordinamentodirittiumani@gmail.com)

Prof. Romano Pesavento

Presidente CNDDU

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