«Serve chiarezza sugli investimenti e le ricadute occupazionali. Lo stabilimento di San Filippo del Mela ha ricadute pesanti in termini sociali ed economici sul tessuto territoriale dell’intera area».
Messina – Permane, da parte sindacale, uno stato di forte preoccupazione per il futuro dello stabilimento A2a di San Filippo del Mela anche dopo l’incontro che si è tenuto a Messina, in Prefettura, alla presenza dei vertici dell’azienda e di Sicindustria.
Il tavolo era stato convocato dalla Signora Prefetto di Messina dott.ssa Cosima Di Stani su sollecitazione di Cgil, Cisl e Uil con le categorie dei metalmeccanici Fim, Fiom e Uilm e degli elettrici Flaei, Filtcem e Uiltec per avere chiarezza sugli investimenti dell’azienda necessari ad accompagnare il sito messinese al nuovo modello produttivo.
«Per noi è fondamentale conoscere quali saranno i passaggi della transizione sociale, quella dei lavoratori – affermano i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Pietro Patti, Antonino Alibrandi e Ivan Tripodi – desideriamo conoscere i piani per il mantenimento dell’occupazione attuale, quelli per la riqualificazione del personale ed i programmi per il rilancio che significa un futuro certo per il sito. La preoccupazione non è solo per i dipendenti dell’A2a ma c’è in gioco la tenuta dell’indotto e del tessuto economico e sociale di tutto il territorio».
I sindacati hanno chiesto chiarezza e trasparenza sui progetti di A2a: elementi sostanziali che sino ad ora sono oggettivamente mancati. «All’interno dello stabilimento ci sono progetti per impianti come quello della plastica o del forsu che hanno bisogno di completare l’iter autorizzativo e altri che rappresentano un investimento come quello sui motori a gas. Ma su questo c’è sempre un grande punto interrogativo, in quanto non c’è chiarezza,l e non c’è un approfondimento nei dettagli dell’iter e della parte economica. Pertanto, vista la situazione di fortissima preoccupazione, abbiamo chiesto un tavolo permanente che affronti la vicenda in maniera dettagliata, approfondendo le ricadute degli investimenti e quelle occupazionali e che allarghi il ragionamento a tutta l’area industriale di Giammoro perché da A2a dipende la tenuta del comparto industriale delle aziende che operano nell’indotto. Per questo permane lo stato di forte preoccupazione sul mantenimento degli attuali livelli occupazionali ma anche e soprattutto per il futuro della produzione dello stabilimento attorno al quale ruota anche il tema delle energie rinnovabili e del ciclo dei rifiuti».
Per Cgil, Cisl e Uil «è affrontare la scottante vicenda con il linguaggio della chiarezza, ben sapendo che non è ammissibile mettere in discussione l’occupazione e il lavoro. Serve, pertanto. una visione d’insieme per lo sviluppo e il futuro del territorio».