“In Parlamento giace da due anni una bozza di un accordo Stato-Regioni che disciplina il lavoro negli spazi confinati, con sospetti di inquinamento. La strage di Casteldaccia si poteva evitare. Per noi è omicidio di Stato”
Palermo – “Nelle aule parlamentari giace da quasi due anni una bozza di un accordo Stato-Regioni per disciplinare percorsi formativi minimi di sicurezza. Tra le questioni che si sarebbero dovute disciplinare rientrano quelle relative all’addestramento in spazi confinati, quelli, per intenderci, all’interno dei quali sono morti i cinque lavoratori a Casteldaccia”.
A denunciarlo sono i segretari generali di Fillea Cgil Palermo Piero Ceraulo e Fillea Cgil Sicilia Giovanni Pistorìo che specificano che al momento il corso di addestramento per lavoratori che operano in ambienti sospetti di inquinamento o confinati ha una durata di 8 ore mentre nella proposta di accordo sarebbe previsto un aumento a 12 ore, sottolineando la necessità di un aumento della formazione per gli addetti ai lavori.
La Fillea Cgil chiede ai parlamentari nazionali e alle istituzioni locali di riprendere dai cassetti “le polverose bozze e di provvedere urgentemente ad esitarle”.
“Questa strage si sarebbe potuta evitare? – è la domanda che pongono Ceraulo e Pistorio – La risposta è: certo che sì. Sempre che, gli attori istituzionali in campo e l’ente appaltante avessero con coscienza fatto quanto si sarebbe dovuto fare. Questa strage si sarebbe potuta evitare se i lavoratori fossero stati adeguatamente formati, addestrati e protetti. Si sarebbe potuta fermare se, anziché esautorare il Parlamento dalle proprie funzioni, lisciando il pelo a una piccola porzione di elettorato, che mette al primo posto anziché la vita di chi lavora l’utile immediato e la velocità di esecuzione dei lavori, il governo si fosse aperto all’ascolto, al dialogo e al confronto”.
“Al momento infatti, pur essendo previsto per legge uno specifico addestramento, questo potrebbe essere erogato anche da chi non dovrebbe avere titolo per erogarlo e il limite minimo di ore non è affatto specificato – proseguono Ceraulo e Pistorio – Per questo, a nostro avviso, si tratta di omicidio di Stato, i cui responsabili politici sono gli stessi che siedono, ma non dialogano, ai tavoli di confronto e piangono i morti del giorno prima, per ritornare il giorno dopo a far finta di niente”.