3 maggio, Reggio Calabria. Studentessa calabrese ricorda l’imprenditore Gennaro Musella assassinato dalla ‘ndrangheta

Lucca – 3 maggio 1982 venne assassinato a Reggio Calabria l’imprenditore marittimo campano Gennaro Musella. Musella guidava una tra le più grandi aziende del settore nel meridione. Sono le 8:20 del mattino. Una bomba inserita nella sua auto lo fa saltare in aria. Del suo corpo non rimase quasi niente. La violenza con cui la ‘ndrangheta ha colpito certamente fa capire quanto l’imprenditore fosse scomodo per gli interessi delle associazioni malavitose. La figlia, Adriana Musella, infatti qualche anno fa aveva nel ricordare la vicenda del padre raccontò alla stampa che “A seguito della sua denuncia la gara fu annullata e riproposta. Cinque giorni prima dell’espletamento della seconda gara, saltò in aria”.

Il caso venne archiviato. Dei mandanti e degli esecutori non si seppe mai niente. Non si riuscì a trovare una soluzione che rispettasse la memoria di un uomo che aveva semplicemente deciso di lavorare con onestà.

Solo nel 2009, dopo un lungo iter, la famiglia ha ottenuto per il proprio congiunto il riconoscimento di vittima della ‘ndrangheta come una sorta di risarcimento per tutto il dolore patito.

Certamente tra gli appalti si nascondevano meccanismi che alimentavano un’economia poco trasparente.

Il contrasto all’illegalità spesso risulta difficile quando si è isolati. Certamente occorre essere uniti e coinvolgere i giovani perché credano nelle istituzioni e nella possibilità di un riscatto.

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani intende ricordare la figura di Gennaro Musella, attraverso l’elaborato della studentessa Ilaria Galea della classe I sez. D del Liceo Scientifico Filolao di Crotone.

Il 3 maggio ricordiamo la morte del noto industriale Gennaro Musella, padre di 4 figli, morto all’ età di 57 anni. Gennaro morì per aver denunciato delle irregolarità in alcuni appalti. Pagò tale denuncia a caro prezzo: con la propria vita. La sua, fu una morte crudele e inaspettata; salì sulla sua auto, non sapendo che sulla stessa fosse stata posizionata una bomba, la quale all’apertura dell’auto esplose, lasciando solo i resti dell’auto e di Gennaro, ferendo altre 4 persone. Gennaro nonostante avesse combattuto per la legalità non riuscì a vincere la crudeltà della mafia. Dobbiamo noi giovani essere uniti e credere nella legalità affinché storie come quella dell’ingegnere Musella non si ripetano mai più

Il CNDDU invita nuovamente gli studenti e i docenti ad aderire al progetto #inostristudentiraccontanoimartiridellalegalità. Gli elaborati possono essere segnalati al CNDDU che li renderà visibili sui propri canali social (email: coordinamentodirittiumani@gmail.com)

Prof. Romano Pesavento

Presidente CNDDU

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