Protagonisti i bambini e i ragazzi di quattro scuole Palermitane che, davanti alla lapide di via Li Muli, hanno drammatizzato l’impegno di Pio la Torre contro la mafia
Palermo – “La mafia esiste e io la combatterò”, un grido di battaglia che da Pio la Torre arriva i nostri giorni nostri e si leva alto attraverso la voce dei bambini, come quelli che hanno dato il via agli eventi che caratterizzeranno il 42° anniversario dell’uccisione politico-mafiosa di Pio La Torre e Rosario Di Salvo.
Non ci poteva, infatti, essere modo migliore, per celebrare questa giornata, dell’energia sprizzante da tutti i pori dei bambini, desiderosi di dimostrare con i loro pensieri e le parole di avere capito che il cambiamento è possibile. Basta volerlo.
In tanti si sono dati appuntamento e ritrovati in via Li Muli per la tradizionale pulitura simbolica della lapide di Pio La Torre e Rosario Di Salvo, adottata dalle scuole del territorio – le direzioni didattiche “Ragusa Moleti” e “Arculeo”, il Liceo “Ragusa – Kiyohara” e l’IISS “Pio La Torre” – che, per l’occasione, hanno preparato e messo in scena la drammatizzazione di una dialogo immaginario tra Pio La Torre e un mafioso, allietando la mattinata anche con alcuni canti inneggianti la loro voglia di riscatto.
«Non abbiamo mai voluto che questa giornata fosse un rituale vuoto – afferma Vito Lo Monaco, presidente emerito del Centro Studi “Pio la Torre“, che organizza ogni anno questo momento di memoria -. Non abbiamo neanche dovuto spiegarlo ai ragazzi che oggi, con la loro voglia di testimoniare concretamente la propria presenza, hanno dimostrato di avere compreso il messaggio di Pio La Torre. Sono loro quelli che costruiranno un futuro nel quale la mafia e l’ingiustizia sociale possano essere un ricordo lontano. Praticamente quello che voleva Pio, la cui memoria abbiamo sempre custodito per trasmetterla con passione e coscienza non solo a chi verrà dopo di noi».
«La mafia si può fermare e la fermeremo», gridano i bambini ricordando, come del resto diceva lo stesso La Torre, che «se sei colto, ti puoi difendere».
«Ora tocca noi», proseguono all’unisono, dando anche alla figlia di Pio La Torre, Tiziana, l’occasione per gioire insieme a tutti «per la voglia di trasmettere la memoria e non dimenticare ciò che ha fatto mio padre».
«Che bellezza questi bambini e questi ragazzi – commenta Loredana Introini, presidente del Centro Pio La Torre – ai quali non può che andare il mio, il nostro ringraziamento. Grazie anche agli insegnanti, senza i quali tutto questo non avrebbe potuto esistere».
Fondamentale la presenza degli insegnanti, che durante l’anno accompagnano e preparano i ragazzi anche a questa giornata: le professoresse Barbara Barrile e Federica Inglima, per il plesso Sunseri, insieme al prof. Vincenzo Caponnetto e la prof. Rosalia Montalbano per la sede principale del “Ragusa Moleti”; le prof. Maria Antonietta Di Venuta, Adriana Masi e Giusi Cuscicchia per i plessi Scinà e “Arculeo”; la prof. Patrizia Perricone per l’IISS “Pio La Torre”; la prof. Concetta Di Noto per il Liceo “Ragusa – Kiyohara”.
Per tutti loro anche il pensiero del presidente della Commissione Antimafia, Antonello Cracolici.
«Non posso nascondere che, quando passo da questa strada e vedo questa lapide, mi emoziono sempre. Sono passati 42 anni, ma non dimentichiamo. Devo dire grazie a questi insegnanti che fanno un lavoro straordinario che è quello della memoria. Memoria che non è solo il ricordo di qualcuno o di qualcosa; è la consapevolezza che dobbiamo continuare a tenere vivo l’impegno perché il rischio che quell’epoca, in cui molti pensavano che quello che accadeva attorno a noi non ci interessava, che riguardava gli altri, torni a riproporsi. Straordinario il lavoro di questi ragazzi perché serve a coltivare la voglia di indignarsi al fine di non avere l’atteggiamento di chi abbassa gli occhi di fronte alla realtà».
Una mattinata di grande gioia, nonostante la ricorrenza non fosse per nulla lieta, conclusasi con la pulitura della lapide e la posa di 42 fiori, così come gli anni che ci dividono da quel tragico giorno in cui la mafia credeva di avere ucciso la speranza e, invece, ha consegnato all’eternità la figura di un uomo che, insieme al suo fidato compagno, ha sacrificato la sua vita per ricordarci che la mafia è un mostro, ma un mostro che possiamo sconfiggere se siano tutti uniti. A sottolinearlo i bambini e ragazzi che oggi hanno gridato e concluso l’evento con un “Viva Pio La Torre”, pieno di passione e speranza. Un’esultazione che è anche monito per non farci arretrare mai.