Anniversari – Cento anni senza Eleonora Duse

Venezia – Anniversari – Cento anni senza Eleonora Duse. Ieri si è insediato il Comitato nazionale che celebra i cento anni dalla scomparsa della grande attrice: l’Istituto per il Teatro e il Melodramma della Fondazione Giorgio Cini si trova al centro di un anno ricco di eventi. Qui è custodito l’Archivio Duse, frequentato da studiosi di tutto il mondo: per l’occasione è un cantiere di nuove ricerche, mostre, rassegne teatrali, film, libri.

«A cento anni dalla scomparsa di Eleonora Duse, si è aperta una stagione di celebrazioni in tutta Italia, raccolte sotto un apposito Comitato nazionale che si è insediato oggi.

Fulcro di tanti progetti ed eventi che stanno prendendo forma è l’Istituto per il Teatro e il Melodramma della Fondazione Giorgio Cini, che custodisce l’Archivio Duse, la collezione più ampia e completa di documenti sulla vita e sull’arte della grande attrice italiana. All’interno di questa importante collezione confluiscono diverse donazioni che, tra gli anni Sessanta e gli anni Ottanta del Novecento, hanno dato vita ad altrettanti fondi d’archivio. La più importante di queste donazioni è quella della nipote ed unica erede di Eleonora Duse, Eleonora Ilaria Bullough, Sister Mary Mark, che nel 1968 decise di donare alla Fondazione Cini tutto quello che ancora possedeva della nonna materna.

Maria Ida Biggi, direttrice dell’Istituto per il Teatro e il Melodramma, spiega come «grazie alla varietà e alla ricchezza della documentazione conservata nell’Archivio e alla sinergia con molte altre istituzioni culturali, è ora possibile lavorare su più linee di ricerca, integrando indagine scientifica con la diffusione della cultura teatrale. Infatti, le celebrazioni si muovono con un duplice intento: coinvolgere il grande pubblico e nello stesso tempo fornire nuovi approfondimenti agli studiosi che tengano conto di una lettura rispettosa e corretta dei documenti».

Nei prossimi giorni sarĂ  riaperta al pubblico la Stanza Duse (inaugurata nel 2011) con un nuovo allestimento, visite su prenotazione tramite visitcini.it.

Si tratta del terzo atto di una trilogia di esposizioni, quest’anno dedicato alla ricezione internazionale del teatro di Eleonora Duse (nel 2022, il focus è stato sul legame con Venezia e nel 2023 con la sua dimensione nazionale). Nella Stanza Duse i visitatori faranno un viaggio nelle sue tournée, attraverso lettere e telegrammi, copioni annotati, fotografie, registri amministrativi di scritture teatrali.

Troveremo la grande attrice in Russia tra il 1891 e il 1892 e al Castello di Windsor nel 1894, dove impressionerà la regina Vittoria. A Parigi, nel 1897, recita nel teatro di Sarah Bernhardt e mette in scena “Sogno di un mattino di primavera” di Gabriele D’annunzio, di cui viene esposta l’edizione del testo con dedica. E poi i teatri di Buenos Aires e Rosario, da giugno a ottobre del 1907; infine il lungo trionfo sulle scene degli Stati Uniti, in ben tre occasioni, tra cui l’ultima, in quel fatidico 1924.

Proprio grazie alla quantità e alla qualità del materiale documentale custodito dalla Fondazione Giorgio Cini, l’Istituto per il Teatro e il Melodramma ha lavorato in sinergia con molte istituzioni culturali e su un gran numero di progetti.

L’istituto ha ideato e promosso in collaborazione con il Teatro Stabile del Veneto, la rassegna teatrale “Dall’archivio alla scena” che si terrĂ  allo Squero dell’Isola di San Giorgio dal 16 maggio al 14 giugno. Per l’occasione, l’Istituto ha lavorato strettamente con le attrici che saranno protagoniste della rassegna: con Sonia Bergamasco, che intende tracciare un ritratto di Eleonora Duse attraverso la voce di altri artisti, testimoni illustri della sua arte (16 maggio); con Lucia Poli, selezionando un gruppo di lettere tra la grande attrice e Giovanni Papini (28 maggio); con Elena Bucci, infine, grazie a un lavoro di scavo nell’archivio tra lettere e testimonianze (11 giugno). Partecipano alla rassegna anche alcune tra le piĂą prestigiose scuole di teatro a livello nazionale, luoghi di formazione che hanno raccolto l’invito dell’Istituto e proposto ai propri giovani attori di confrontarsi con il teatro e con l’arte di Eleonora Duse. Si tratta dell’Accademia dei Filodrammatici, la Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi di Milano, l’Accademia Teatrale Carlo Goldoni – Teatro Stabile del Veneto.

A proposito del lavoro che sta preparando sulla Duse, Elena Bucci afferma: «Eleonora traspare e appare da ogni lettera, da ogni documento, ci sorride attraverso il tempo e ci esorta alla rivoluzione, che altro non è che lotta al pregiudizio e ricerca della verità, pur sapendo che appena intravista fugge altrove. Come Eleonora stessa fa, con la sua luminosa scia».

Sonia Bergamasco, invece, sottolinea come «La Stanza Duse della Fondazione Giorgio Cini è stato il mio primo riferimento di ricerca, e resta fra i più ricchi e preziosi. Un’isola nell’isola di Venezia, città ideale anche per Eleonora Duse. Tornare in quella “Stanza”, ogni volta, è un’emozione profonda, è la possibilità di fare nuove scoperte»

Allo stesso modo, stretta è stata la collaborazione per la sceneggiatura del film “Duse” che il regista Pietro Marcello sta girando a Venezia. Prodotto da Palomar e Avventurosa, scritto dallo stesso Marcello con Letizia Russo e Guido Silei, il lungometraggio vede protagonista Valeria Bruni Tedeschi, proprio nel ruolo di Eleonora Duse. Il regista ha potuto immergersi tra materiali, foto, articoli d’epoca, lettere e documenti. Pietro Marcello racconta così la collaborazione con la Fondazione: «Durante il lavoro di studio e di ricerca che ha accompagnato la scrittura del film, il dialogo con la Fondazione Giorgio Cini è stato fondamentale, non solo per orientarci all’interno della cospicua letteratura sull’argomento (molti testi introvabili altrove sono conservati presso la biblioteca dell’Istituto per il Teatro e il Melodramma della Fondazione), ma soprattutto per vedere con i nostri occhi i documenti conservati all’interno della Stanza Duse: lettere autografe, abiti, oggetti di uso quotidiano e altre preziose testimonianze dirette della vita e dell’arte della Duse che sono stati di grande ispirazione per il film».

Nel frattempo è in corso a Casa Carlo Goldoni, in collaborazione con la Fondazione Musei Civici, un ciclo di cinque incontri, le cui prossime date sono il 19 marzo con il corto “S’io ti fiammeggio nel caldo amore” di Paola Bigatto e Marianna Zannoni; il 26 marzo e il 9 aprile con la presentazione dei volumi “La locandiera. Da Maddalena Marliani a Eleonora Duse” di Marzia Pieri e Giulia Tellini e “Storia della recitazione teatrale. Dal mondo antico alla scena digitale” di Claudio Vicentini.

Nella stessa cornice di Casa Goldoni è possibile visitare “Eleonora Duse 1858 – 1924”, un progetto espositivo e didattico, promosso dall’Istituto per il Teatro e il Melodramma, di recente presentato all’Istituto italiano di Cultura a Mosca e di prossima apertura presso l’Istituto italiano di cultura di Parigi.

Frutto del lavoro nell’Archivio Duse della Fondazione Giorgio Cini, è la prossima pubblicazione di “Illustre Signora Duse. Cento voci dall’archivio dell’attrice”, curato da Marianna Zannoni per Marsilio Editori. Il volume raccoglie le lettere, in parte inedite, spedite alla celebre attrice da cento mittenti, tra cui attori, drammaturghi e scrittori, musicisti, artisti figurativi, intellettuali e personalità di spicco dell’Italia del Primo Novecento. Dalle lettere emergono ricordi di incontri, scambi di opinioni, condivisione di progetti e visioni artistiche che contribuiscono a restituire al lettore tutta la complessità di un’artista in anni particolarmente densi di grandi cambiamenti sociali e culturali.

Al centro di tutte le iniziative veneziane dell’Istituto per il Teatro e il Melodramma, sarà infine la mostra “Eleonora Duse. Mito contemporaneo” che si aprirà il 29 giugno a Palazzo Cini e sarà visitabile fino al 13 ottobre 2024. A prendere la scena saranno in particolare gli abiti dell’attrice conservati nell’archivio. Si tratta di modelli di alta sartoria, perfettamente conservati. Oltre alle creazioni della sartoria italiana Magugliani, si conservano pezzi davvero rari: i modelli realizzati da Paul Poiret, l’artista che agli inizi del XX secolo presentò la prima forma di pantalone al femminile, l’atelier di Jean Philippe Worth, attivo tra Londra a Parigi a cavallo dei due secoli, e alcune tuniche e sopravvesti disegnate da Mariano Fortuny.

«A cento anni dalla sua scomparsa, Eleonora Duse resta un esempio di donna e di artista straordinaria, capace di incidere profondamente nell’evoluzione delle arti performative in Europa e nel mondo – racconta Maria Ida Biggi – E’ stata primadonna del teatro italiano e capocomica intelligente e raffinata, capace di dirigere una sua compagnia come manager, imprenditrice e direttrice artistica. Lo ha fatto rivendicando un’indipendenza e un’autorevolezza prima di tutto come donna, in un mondo, ieri come oggi, tenuto ben saldo da mani maschili. A cento anni dalla sua scomparsa, è una lezione ancora attuale».

Tutte le iniziative promosse dall’Istituto per il Teatro e il Melodramma della Fondazione Giorgio Cini, nell’ambito dei cento anni dalla scomparsa di Eleonora Duse, sono parte delle celebrazioni del Comitato nazionale, sono realizzate con il contributo della Regione del Veneto e sono riconosciute nella lista degli anniversari UNESCO 2024-2025 secondo quanto approvato nel corso della 42° sessione della Conferenza Generale.

Fondazione Giorgio Cini, Isola di S. Giorgio Maggiore, Venezia

Info: www.cini.it

Giuseppe Longo

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