Palermo – L’osservazione delle piccole cose che aprono la mente verso l’infinito del fotografo e
musicoterapeuta che lavora con i bambini autistici e non vedenti.
La fotografia come completamento della ricerca sui linguaggi non convenzionali si è
evoluta in una nuova forma artistica per il musicista e musicoterapeuta Renato
Pantaleo che accompagna con i suoni i bambini autistici e non vedenti. Sabato 10
febbraio, alle ore 18,30, taglierà il nastro della sua mostra intitolata “Infinitamente”,
alla galleria Artètika di Esmeralda Magistrelli e Gigliola Beniamino, in via
Giorgio Castriota, 15. “Pensieri incrociati” è, invece, il titolo della
presentazione della mostra che faranno lo psicoterapeuta Francesco Tusa e lo
psichiatra Giovanni Triolo. Ingresso gratuito, visite dal lunedì al sabato, dalle 10 alle
13 e dalle 16,30 alle 19,30. Info 333/5747244.
La mostra “Infinitamente” di Renato Pantaleo da Artètika.
Sulle pareti di Artètika, fino al 20 febbraio, saranno esposte una ventina di foto
selezionate da una raccolta che racconta un percorso narrativo attorno al principio
dell’infinitamente, fondamentale per il fotografo nella sua veste di terapeuta. Per
Pantaleo, infatti, la mente ha possibilità infinite che devono legarsi ad un sistema di
gestione delle emozioni. E le fotografie sono punti di vista casuali dell’autore, tracce
di momenti in cui si è stupito, non per bellezza o grandezza, ma per aver provato lo
“stupore del viandante”. Dal deserto del Sahara tunisino, a visioni di Instanbul, a
tracce di Berlino o alla confusione di un garage ripostiglio di una vecchia casa di
Caltanissetta.
“Noi viaggiamo, agiamo e interagiamo normalmente – racconta il fotografo Renato
Pantaleo – in base a degli automatismi che sono riferibili ad un funzionamento che il
fonosimbolismo chiama takete e che contrappone al maluma. Il primo è una sorta di
frenesia del turista esistenziale, che vive la vita tra un obiettivo e l’altro, il maluma,
invece, è vicino all’etica del viandante e prevede la capacità di fermarsi, osservare e
guardare. Lo stupore non nasce quindi dai grandi effetti scenici, dai grandi
coinvolgimenti sensoriali ma dall’osservazione delle piccole cose che mettono la
mente in condizione di operare in termini di infinito. Per questo – conclude – ho
chiamato questo lavoro “Infinitamente” e l’ho anche tatuato sul mio braccio”.
Renato Pantaleo
Laureato in pianoforte e specializzato in musicoterapia clinica, opera in una unità di
intervento sul deficit sensoriale all’Istituto dei ciechi Florio Salamone di Palermo.
Libero professionista in musicoterapia analitica, è anche docente all’Università
Cattolica di Milano, in un master in artiterapie, e alla scuola superiore di
specializzazione in musicoterapia di Assisi. Per la fotografia, è stato allievo di Bebo
Cammarata, con cui ha esposto e pubblicato. Pianista e compositore, sperimentatore
musicale, ha al suo attivo decenni di attività concertistica classica e sperimentale, sia
come solista sia in formazioni cameristiche.