La studentessa Barbara Mancuso della classe III sez. C del liceo scientifico “Filolao” di Crotone, racconta la tragica vicenda.
Lucca – “Il nuovo millennio ha segnato una svolta epocale, mentre il mondo stava diventando sempre più globalizzato. A Quindici, un comune nella provincia di Avellino in Campania, veniva ucciso dalla camorra un uomo di 50 anni. Francesco Santaniello, imprenditore e padre di tre figli, nato nel 1952. Negli anni ‘60 si era trasferito in Germania con suo padre per lavorare come manovale e negli anni ‘80 era tornato nel suo paese natale, dove aveva messo su famiglia e si era realizzato professionalmente. Aveva scelto di vivere da uomo e lavoratore libero così non si piegò mai alle dinamiche e alle richieste della criminalità organizzata rifiutandosi di pagare il pizzo. L’amore per la sua terra d’origine e l’attaccamento alle radici hanno rappresentato per il più grande amore e la sua condanna a morte. Così il 31 gennaio del 2002 Francesco Santaniello viene sparato nei capannoni della sua azienda da un vigliacco che gli spara alla schiena quattro colpi di pistola calibro 22 con il silenziatore. Il figlio Arturo presente nel capannone, che non aveva udito nulla, lo trova ancora vivo in una pozza di sangue. Nonostante trasportato in ospedale per lui non c’è più niente da fare. Purtroppo le indagini non sono riuscite a fare giustizia né per il povero Francesco Santaniello né per la famiglia, che nonostante l’immenso dolore si sono impegnati a diventare testimoni di speranza perché ininterrottamente continuano a chiedere giustizia e verità per il povero Francesco.”
Il CNDDU invita nuovamente gli studenti e i docenti ad aderire al progetto #inostristudentiraccontanoimartiridellalegalità. Gli elaborati possono essere segnalati al CNDDU che li renderà visibili sui propri canali social (email: coordinamentodirittiumani@gmail.com)
prof. Romano Pesavento
Presidente CNDDU