Castelvetrano (Tp) – In risposta alle crescenti preoccupazioni degli agricoltori e degli imprenditori agricoli siciliani riguardo alla Diga Trinità nel territorio di Castelvetrano, il Gruppo Parlamentare Sud chiama Nord ha proceduto a chiedere la convocazione di una seduta urgente della IV Commissione Territorio, Ambiente ed Infrastrutture.
Il deputato Giuseppe Lombardo spiega: “La situazione è critica, e sono gli uomini e le donne che lavorano la nostra terra a sollevare la voce, chiedendo con forza uno sblocco delle attuali problematiche.”
“Oggi, spiega il leader di Sud chiama Nord Cateno De Luca, insieme all’On. Giuseppe Lombardo, e affiancati da una delegazione di agricoltori, abbiamo effettuato un sopralluogo per vedere da vicino la situazione.”
Giuseppe Lombardo aggiunge ulteriori dettagli sulla Diga Trinità: “Da questa struttura, serviamo la rete idrica del Consorzio di Bonifica Trapani 1, ed erano previsti interventi di manutenzione straordinaria per un importo di € 3.000.000,00. Tuttavia, la situazione non è cambiata; non si riesce ad invasare più di 2,5 milioni di metri cubi di acqua contro i 6 milioni necessari per l’agricoltura del territorio, anche se la sua capacità massima è di 18 milioni, inoltre ha un limite autorizzato per l’accumulo d’acqua di 62 metri sul livello del mare quando potrebbe arrivare fino a 68 metri, l’acqua che si accumula in più viene sversata a mare.
Chiediamo dunque un’audizione urgente dell’Assessore all’Energia e Servizi di Pubblica Utilità e del Dirigente Generale del Dipartimento Acque e Rifiuti per fare luce sulla reale capacità di utilizzo dell’invaso della Diga Trinità. Vogliamo sapere la reale capacità di utilizzo dell’invaso della Diga Trinità; se siano state messe in atto procedure che possano innalzare notevolmente la capacità d’invaso della diga che sbarra il fiume Delia, consentendo di accumulare una maggiore quantità d’acqua che andrà a beneficio degli agricoltori dei vigneti di Castelvetrano; se siano state progettate opere per aumentare la capacità di deflusso delle acque affinché si possa avere da una parte una forte azione di mitigazione del rischio nel caso di laminazione delle acque dell’invaso, garantendo dall’altra, maggiore sicurezza dei territori a valle fino alla foce del fiume Delia, alle porte di Mazara del Vallo.”