Palermo – La Costituzione italiana all’art. 116, così come modificato nel 2001 dal centrosinistra, assegna alle Regioni la facoltà di richiedere, fino a 23 materie, le deleghe dallo Stato alle amministrazioni regionali.
Dopo tale modifica costituzionale alcune regioni del nord hanno chiesto di poter ottenere la loro “autonomia”.
Recentissima è l’approvazione della legge di “autonomia differenziata” al Senato composta da 11 articoli che definiscono le procedure legislative e amministrative per l’attuazione del terzo comma dell’articolo 116 della Costituzione e poter così definire le intese tra lo Stato e quelle Regioni che la chiederanno in tutte e 23 materie o in parte di esse, interessate.
Questa legge, che ancora dovrà essere approvata alla Camera, in linea di principio potrebbe anche essere accettata da tutte le regioni che compongono l’Italia.
Ma esistendo il serio dubbio che così facendo si darebbe il via alla disgregazione di un’italia nata male e cresciuta probabilmente peggio, da più parti si è chiesto dei correttivi in grado di riequilibrare le crescenti disuguaglianze già esistenti.
Come Confederazione sindacale Sinalp, fin dalla prima ora, abbiamo evidenziato il reale rischio di disgregazione sociale economica e culturale della nostra italia, il tutto a scapito chiaramente delle regioni più “deboli” , che già adesso subiscono la sopraffazione economica e commerciale delle regioni più forti.
Per essere più chiari, per esempio, il Sistema Bancario nazionale, con azioni volute da alcuni Governi, ha fagocitato quasi tutte le grandi banche del sud con scuse inesistenti o quasi, lasciando padroni del mercato del credito solo banche che hanno le sedi legali nel nord, ma con sportelli in tutto il territorio nazionale.
Così facendo, già oggi, la ricchezza delle banche prodotta nel sud, va ad accumularsi nelle regioni del nord dove si trovano le sedi legali di questi istituti bancari, incamerando, quelle regioni, le imposte, e le tasse e reinvestendo gli utili raccattati nel resto dell’italia nei loro territori.
Per essere ancora più chiari le pensioni dei siciliani, dei campani, dei calabresi ecc. vengono gestite ed investite nel nord, togliendo ulteriore ricchezza al sud.
Stesso discorso vale per tutti quei campi che verranno trasferiti dallo Stato alle Regioni.
Poi apprendiamo anche che il Fondo di Perequazione Infrastrutturale di fatto è stato spogliato di ogni “avere”, visto che siamo passati da un capitolo di spesa per il Sud di 4,5 MILIARDI di euro ad appena 800 milioni di euro, cioè il niente, il nulla, l’inesistente.
Chiediamo al Governo Nazionale e chiediamo a questa Lega che dice di voler essere il partito degli italiani e vuole scrollarsi di dosso l’appellativo di partito del nord, cosa intendono fare per riequilibrare questa macroscopica frattura che sarà approvata da questo Parlamento.
Chiediamo al Governo Nazionale se il Fondo di Perequazione verrà rifinanziato e se si quando.
Chiediamo ai politici del sud italia cosa intendono fare, a prescindere la maglia di appartenenza, per porre un correttivo serio e concreto a questa frattura che rischierà di diventare insanabile in pochissimo tempo.
Chiediamo ai Politici Siciliani se vorranno battere i pugni sul tavolo e pretendere, una buona volta, che lo Statuto Siciliano sia reso esecutivo nella sua totalità.
Ci chiediamo come mai dopo 76 anni dall’approvazione dello Statuto Siciliano, carta costituzionale, ancora oggi ci siano degli ostacoli alla sua completa applicazione, mentre in pochissimi anni, dal 2001, quando è stato riformato l’art. 116 costituzionale, al 2024 viene approvata l’Autonomia Differenziata su pressione delle regioni del nord?
Il Sinalp chiede onestà intellettuale a tutti i protagonisti di questa grave e pesante vicenda che farà spaccare l’Italia, mettendo ancora di più le regioni, tra di loro contro.