Palermo – Dopo oltre 6 mesi di attesa è stato finalmente sottoscritto definitivamente il nuovo CCNL, già scaduto il 31.12.2021.
Giornali e comunicati sindacali hanno sbandierato aumenti medi di oltre 100€ mensili per il personale docente e ATA, magari dimenticando di precisare che questa cifra ingloba l’aumento già avuto a fine 2022.
Proviamo allora a fare un po’ di chiarezza sugli effettivi incrementi stipendiali previsti da questo nuovo contratto.
Oltre la ridicola Una tantum [63,84€ per i docenti e 44,11€ per gli ATA] prevista dall’art. 75, l’art. 74 del CCNL prevede un aumento di alcune voci contrattuali “a valere dal 2022”, davvero singolare per un contratto scaduto già il 31.12.2021[780€ annui per l’indennità del DSGA; da 10,30 a 16,10€ mensili per la RPD e da 6,70 a 7,40 mensili per il CIA] e finalmente – dopo oltre 15 anni – l’art. 80 prevede un aumento, questo “a valere dal 1° gennaio 2024”, di solo il 10% [ma per i “funzionari” di oltre il 20%] dei compensi orari per le attività aggiuntive, ma questo senza aumentare il F.I.S., in questo modo il risultato sarà quello di diminuire le ore da svolgere. Analogo il caso delle posizioni economiche del personale ATA: l’art. 79 aumenta i compensi [+100€ prima posizione e +200€ seconda posizione], ma non l’aumento delle risorse complessive. Così si determinerà un minor numero di “posizioni”, specialmente quelle dei collaboratori scolastici.
Comunque, la situazione salariale continua a essere quella che denunciamo da anni e che ha determinato la situazione sintetizzata dalla tabella sottostante, il personale docente e ATA ha perso decine di punti percentuali di potere d’acquisto, il DSGA ha faticosamente mantenuto il proprio, mentre è stata “premiata” la figura del dirigente scolastico, garante della trasformazione della Scuola da istituzione pubblica a soggetto para-imprenditoriale.