Incidente alla MSC Sinfonia nel porto grande di Siracusa ed ingresso nell’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia

Siracusa – Nella prima seduta del 2024 del consiglio comunale di Siracusa a nome del gruppo del Partito Democratico di cui mi onoro di fare parte insieme con Sara Zappulla ed Angelo Greco, di concerto altresì con il segretario cittadino Santino Romano, ho posto con forza il problema politico messo in luce dall’incidente occorso sabato scorso nel porto grande di Siracusa a seguito della rottura degli ormeggi della nave MSC Sinfonia.

Il problema politico risiede nel fatto che la nave fosse ormeggiata da tempo nella banchina numero 3 anziché nella banchina numero 2, che è quella congeniale all’accosto delle navi da crociera di grandi dimensioni e che però è da numerosi anni inagibile a causa dei fondali che non presentano una profondità adeguata e che andrebbero dragati con un notevole impegno di spesa. Impegno di spesa facilmente fronteggiabile da parte dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Orientale.

Il problema politico evidenziato dal pericolo occorso sabato scorso risiede nel fatto che oggi il gettito delle tasse di ancoraggio e delle tasse portuali pagate dalle navi che fanno scalo a Santa Panagia e nel porto grande finisce nelle casse della Regione Siciliana (il 50% della tassa di ancoraggio) e nelle casse dello Stato (il 50% della tassa di ancoraggio ed il 100% della tassa portuale); mentre se Siracusa aderisse all’Autorità Portuale il gettito di queste tasse (superiore a 10 milioni di euro all’anno) rimarrebbe per intero alla medesima autorità con la possibilità di reinvestirlo in infrastrutture portuali.

Il paradosso è che con il gettito delle tasse di un solo anno Siracusa potrebbe vedere realizzate opere che aspetta da tempo quali: il dragaggio dei fondali avanti la banchina numero 2, l’elettrificazione di tutte le banchine, la costruzione di una moderna stazione marittima con un terminal accogliente e funzionale ove dare ospitalità ai passeggeri interessati alle operazioni di imbarco e sbarco.

Il problema politico del rapporto con l’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Orientale nasce anche dalla considerazione che l’Autorità comprende già i porti di Augusta (ove ha sede), di Catania e di Pozzallo e quindi stringe come in una tenaglia Siracusa: tenaglia in cui il rapporto di forza economica è impari e che rischia di pregiudicare lo sviluppo del porto grande a vantaggio esclusivo dei porti di Catania e di Pozzallo, i quali riceveranno – secondo quanto di recente dichiarato dalla stessa Autorità di Sistema Portuale – importanti investimenti al fine di potenziarli come scali crocieristici.

Il problema politico è anche quello che il Comune di Siracusa superi vecchie e anacronistiche logiche campanilistiche e sappia gestire da protagonista con intelligenza e con autorevolezza l’ingresso nell’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Orientale e scongiuri, piuttosto, il rischio di decisioni calate dall’alto.

La domanda che stamani il Partito Democratico ha rivolto al sindaco è quella di conoscere la posizione dell’amministrazione comunale su questo importante tema che coinvolge tanta parte della storia e dell’economia di Siracusa: dica il sindaco con chiarezza se intende aderire all’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Orientale ed insieme al consiglio comunale gestire da protagonisti il processo di rilancio e sviluppo della portualità Siracusana.

Massimo Milazzo (consigliere comunale di Siracusa PD)

Sara Zappulla (consigliera comunale di Siracusa PD)

Angelo Greco (consigliere comunale di Siracusa PD)

Santino Romano (segretario PD città di Siracusa)

Qualis eligere